L'asteroide Apophis fotografato l'8 gennaio dal Virtual Telescope (fonte: Gianluca Masi e Francesca Nocentini, The Virtual Telescope Project.
Conto alla rovescia per l'appuntamento con l'asteroide Apophis, che il 9 gennaio alle 12,43 (ora italiana), raggiungerà la distanza minima di 15 milioni di chilometri dal nostro pianeta, ma senza naturalmente alcun rischio di collisione.
''In realtà non si puo' parlare di un vero e proprio passaggio ravvicinato, perche' avviene a una distanza che è 40 volte la distanza Terra-Luna, ma l'oggetto in questi giorni si trova più vicino al nostro pianeta rispetto al solito e ciò lo rende osservabile e permette di calcolare meglio le orbite dei futuri passaggi ravvicinati'', spiega Andrea Milani, docente di Meccanica celeste nell'università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra. Il suo gruppo lavora in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
Del diametro di 300 metri, questo asteroide passerà nuovamente vicino alla Terra nel 2029, nel 2036 e nel 2068. ''Conosciamo perfettamente l'orbita del 2029 – osserva Milani – e il passaggio avverra' a circa 35.000 chilometri dalla Terra, ossia 5-6 raggi terrestri, e non vi sarà alcun rischio di impatto con il nostro pianeta''. L'attenzione si concentra invece sui passaggi ravvicinati del 2036 e del 2068, ritenuti entrambi potenzialmente pericolosi, anche se le probabilita' di impatto già oggi sono considerate molto basse.
''In realtà non si puo' parlare di un vero e proprio passaggio ravvicinato, perche' avviene a una distanza che è 40 volte la distanza Terra-Luna, ma l'oggetto in questi giorni si trova più vicino al nostro pianeta rispetto al solito e ciò lo rende osservabile e permette di calcolare meglio le orbite dei futuri passaggi ravvicinati'', spiega Andrea Milani, docente di Meccanica celeste nell'università di Pisa e responsabile del gruppo di ricerca specializzato nel calcolare le orbite degli asteroidi più vicini alla Terra. Il suo gruppo lavora in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa.
Del diametro di 300 metri, questo asteroide passerà nuovamente vicino alla Terra nel 2029, nel 2036 e nel 2068. ''Conosciamo perfettamente l'orbita del 2029 – osserva Milani – e il passaggio avverra' a circa 35.000 chilometri dalla Terra, ossia 5-6 raggi terrestri, e non vi sarà alcun rischio di impatto con il nostro pianeta''. L'attenzione si concentra invece sui passaggi ravvicinati del 2036 e del 2068, ritenuti entrambi potenzialmente pericolosi, anche se le probabilita' di impatto già oggi sono considerate molto basse.
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