Di seguito un'intervista di ieri al Prof. Giovanni Bignami che spiega il senso di questa scoperta. Noterete che resterà molto prudente nelle sue affermazioni, com'è giusto che sia per un uomo nella sua posizione. La mia è diversa, posso permettermi di andare "Oltre".
La scoperta della presenza di acqua salata su Marte, come dirà anche Bignami, dimostra che ci sono altissime probabilità che ci sia anche la vita, microbi o batteri. Questa è la scoperta chiave che obbligherà l'opinione pubblica, le religioni e la scienza stessa, a cambiare le nostre convinzioni sull'esistenza della Vita fuori dal nostro Pianeta e dal nostro Sistema Solare. Presto andremo a chiarire tutto su quei "torrenti salati marziani". Finirà l'era dell'umanità convinta di essere soli nell'Universo, di essere gli unici ad avere questo grande dono e di non essere "unici".
L'Umanesimo, motivato da un'accentuata consapevolezza della posizione privilegiata dell'uomo nel mondo della natura, sarà un flebile ricordo.
Sappiamo che andrà così. Sappiamo che prima o poi avremo il famoso "contatto" con quel Dio alieno in cui moltissimi credono dandogli le forme più impensate. Lo vedremo faccia a faccia e tutto cambierà.
Ecco a voi l'intervista al Prof. Bignami:
Più
che una scoperta, una conferma. L’astrofisico dell’Accademia dei
Lincei Giovanni Bignami spiega in cosa consista l’annuncio della
Nasa sull’esistenza di . acqua
sulla superficie di Marte
Abbiamo
veramente scoperto l’acqua su Marte?
«In
verità no, è stata osservata la sicura presenza di sali idrati,
tracce di colate che ci dicono che deve essere scorsa dell’acqua
liquida nella quale erano presenti sali. È importane sottolineare
come l’acqua possa risalire solo al passato perchè su Marte, con
un’atmosfera così sottile e a quelle temperature, non può
esistere acqua liquida. Al massimo può esistere per pochi minuti
dato che evapora poco dopo. Comunque l’osservazione fatta si tratta
di un’eccellente conferma di quanto già trovato in passato. Non so
se definirla una grande scoperta».
Allora
qual è la novità dello studio pubblicato se sapevamo già della
presenza di acqua su Marte?
«Noi
sapevamo già dell’esistenza di una quantità consistente di acqua
in profondità grazie a dei radar speciali che hanno rilevato diversi
strati di ghiaccio. La novità sta nel fatto che non avevamo mai
osservato così bene dei sali idrati sulla superficie. È stata fatta
un’analisi dettagliata dei sali che sono una sorta di firma della
presenza di acqua salata. In passato avevamo solo un’evidenza delle
colate di questi sali, ora abbiamo una misura dettagliata».
In
che modo abbiamo ottenuto quest’analisi più dettagliata?
«Grazie
al satellite americano Mars Reconnaissance Orbiter che gira intorno a
Marte ormai da molti anni. A bordo sono presenti degli strumenti che
rendono possibile l’analisi della superficie di Marte e così sono
riusciti a rilevare la presenza di sali idrati. Certo che uno studio
su campioni prelevati dalla superficie marziana sarebbe molto più
interessante».
Da
dove proviene quest’acqua salata?
«Probabilmente
proviene da un ghiacciaio sotterraneo che quando si scioglie fa
fuoriuscire acqua sulla superficie. Essendo salata potrebbe rimanere
liquida più a lungo e quindi scorrere sulla superficie stessa. Però
gli stessi autori dello studio dicono di non aver capito l’origine
dell’acqua salata. Il meccanismo più logico rimane comunque lo
scioglimento di ghiaccio in acqua».
C’è
vita su Marte?
«Di
sicuro l’osservazione di acqua salata ne aumenta la possibilità.
Prendendo come esempio il deserto Atacama in Cile, simile a Marte per
aridità, lì si trovano comunità di colonie di microbi alofili. Una
forma analoga di vita elementare potrebbe esistere anche su Marte».
Ora
una missione umana su Marte diventa più probabile?
«No,
dal mio punto di vista non cambia nulla. Se l’obiettivo è quello
di trovare nuove risorse d’acqua è meglio andarle a cercare nei
crateri delle comete, dove è presente ghiaccio non salato e quindi
utilizzabile».
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