Presento
una mia veloce traduzione di un bell'articolo
postato oggi su Zerohedge. L'articolo offre diverse considerazioni che mi
trovano quasi pienamente d'accordo. Come l'autore, Bob Janjuah, anche io temo, a
questo punto, che le nuove bolle create dalle banche centrali potrebbero
continuare a gonfiarsi ulterioremente per procrastinarsi fino al 2013. Sempre
come lui mi auguro invece di sbagliarmi: sarebbe meglio per tutti se
scoppiassero prima di diventare ancora più assurde di quelle già viste in
passato.
Tra i due scenari futuri, a differenza di Bob,
io rimango favorevole allo scenario di totale caos monetario di natura
inflazionistica. Le banche centrali non smetteranno di stampare denaro. Non si
fermeranno mai! Potranno rallentare, ma di fronte allo scoppio della prossima
bolla, continueranno la politica di raddoppiare la posta, e se necessario
arriveranno persino a decuplicarla. Qualora decidessero di fermarsi, i governi
interverranno, sull'onda dei moti popolari, riprendendosi la sovranità
monetaria. Le politiche di svalutazione da loro intraprese porteranno in breve
tempo alla totale distruzione del sistema monetario nazionale appena
inagurato.
Sono inoltre dell'idea che la continua
pressione sui mercati esercitata dagli interventi delle banche centrali, che
trova continuamente sfogo sui prezzi finanziari, che viene compensata dagli
aumenti di produttività, o che viene sterilizzata dalle operazioni tra banche e
banche centrali, si sfogherà presto o tardi in uno shock di prezzo analogo a
quello degli anni '70, uno shock in grado di spiazzare totalmente le banche
centrali mettendole definitivamente fuori gioco. Mentre allora inseguirono
l'escalation dei prezzi con gli aumenti dei tassi di interesse, questa volta non
potranno farlo, il debito da servire è talmente enorme che tassi nuovamente
sopra il 5-6% sarebbero insostenibili per qualunque nazione. Only time will
tell.
Di seguito la traduzione, per comodità di
esposizione in certi tratti sintetica rispetto al testo originale.
DI BOB JANJUAH: I mercati sono talmente
manipolati dai Policy Makers che non ho significativi suggerimenti da
offrire.
Alla luce degli sviluppi delle ultime
settimane, dopo aver parlato a tanti clienti, e aver cercato di analizzare le
parole e le azioni dei policymakers, ho maturato le seguenti considerazioni che
andrò a esporre di seguito, senza particolare ordine.
1- La Grecia continua a trascinarsi dalla Farsa
alla Tragedia. Le politiche intraprese sono mirate a proteggere e preservare gli
interessi acquisiti, con scarsa considerazione per la popolazione. I leader
europei getteranno altri soldi dei contribuenti nel buco nero targato Grecia,
principalmente per aiutare le banche europee. Tuttavia, fino a quando la
Germania non accetterà una piena unione fiscale, l'eurozona resta destinata a
spezzarsi. Fintanto che il problema verrà rimandato per proteggere le banche
europee avremo una crescita debole e sempre minori possibilità di diminuire il
debito. In altre parole la fine dei giochi sarà tanto peggiore quanto più a
lungo saremo forzati ad aspettare.
2- I concetti di Democrazia e di Diritto, due
pilastri del mondo moderno, sono stati messi da parte per convenienza politica.
Non si tratta certo solo di un fenomeno europeo, tuttavia possiamo ben affermare
che rimuovere i governi eletti per lasciare spazio ai tecnocrati al servizio
delle elite sia diventata una specialità tutta europea. Se molti pensano che non
si tratti di una cosa grave ma di una necessità, io sono praticamente certo che,
se lasciato correre, questo tipo di totalitarismo avrà conseguenze ben peggiori
di quelle che le banche centrali stanno cercando di contenere attraverso la
stampante monetaria. Il comunismo è finito male, perchè allora stiamo cercando
di resuscitarlo in nuova salsa? Le banche sono così potenti da legarci ai loro
destini e all'assurdità che non ci debbano essere più fallimenti (a meno che non
siano del tutto insignificanti)?
3- Alla luce dell'operato di Draghi mi sono
reso conto di aver mal interpretato due cose. Innanzitutto, di fronte alla sua
strategia, unidimensionale, a breve termine, priva di qualunque coraggio o idee,
sono rimasto sbalordito. L'unica cosa che i banchieri centrali sanno fare è
raddoppiare la posta in gioco facendo le stesse scelte di sempre. La crisi che
si protrae dal 2008 era stata causata dalle banche centrali che avevano distorto
il prezzo dei beni capitali, forzando una cattiva allocazione dei capitali
fondata sui debiti e la leva finanziaria. Quando le loro bolle sono scoppiate
hanno rovinato le vite di milioni di persone innocenti. Adesso ascoltando Draghi
e Bernanke, l'unica soluzione da loro offerta è continuare sulla stessa strada
mettendo in gioco una posta ancora maggiore. Le bolle che hanno rialimentato
scoppieranno come quelle che le hanno precedute.
In secondo luogo ho sottostimato la volontà dei
partecipanti al mercato, anzi, la loro disperazione,
nell'abbracciare ancora una volta queste politiche rovinose. E' davvero
preoccupante sentire clienti oramai ben consapevoli di essere forzati a
partecipare ad un gioco che finirà con un altro disastro. Lo fanno oramai con la
consapevolezza dichiarata di potersi tirare fuori prima che la marea giri.
Queste persone hanno capito che stampare più soldi, iniettare liquidità,
spingere ad assumere ancora più debiti non è una soluzione al problema, anzi ciò
preclude ogni vera riforma in grado di generare una crescita sostenibile
spostando tutta l'attenzione ai soldi facili che si possono fare in
borsa.
4- Ipotizzando di trovarci di fronte a un rally
frutto esclusivamente delle politiche di Bernanke e Draghi ci sono alcuni punti
chiave da ricordare. Primo, questo rally potrebbe durare diversi mesi ed
estendersi anche nel 2013. Nel caso la festa continuasse l'SP500 potrebbe anche
arrivare a 1500. Rally del genere durano sempre più di ogni ragionevole
aspettativa. Il vero problema però non è quello che Bernanke e Draghi dicono o
vogliono, ma quello che possono davvero fare. A tal proposito o uno crede che i
banchieri centrali possano fare tutto ciò che vogliono quando
vogliono, o crede che ci siano dei limiti alle loro
capacità di intervento. Io sto dalla parte di quelli che credono all'esistenza
dei limiti, raggiunti i quali le bolle create dai banchieri centrali scoppiano
inevitabilmente con conseguenze ancora più nefaste. Non so quando toccheremo
questi limiti, spero il prima possibile.
In secondo luogo, volendo identificare le bolle
rendiamoci conto del seguente fatto: nel ciclo attuale dove i bilanci delle
banche centrali sono al cuore di ogni intervento, le bolle possono trovarsi
ovunque: azioni, obbligazioni, aspettative di crescita, spread di credito,
valute, materie prime, beni reali! Se lasciata correre anche nel 2013 la scoppio
di questa enorme bolla farà sembrare quanto accaduto nel 2008 un rally di
borsa.
In terzo luogo, quando questa bolla scoppierà
non ci sarà alcuna facile via di uscita. Chi sarà il salvatore ultimo? Abbiamo
bilanci dei governi che sono già deboli e fragili, lo stesso possiamo dire per i
bilanci delle banche e delle famiglie. La prossima crisi attaccherà la
credibilità delle banche centrali che stanno continuando ad accumulare asset
tossici. Quando il ciclo attuale arriverà al termine le banche centrali che
attualmente stanno facendo incredibile leva sui propri bilanci per risolvere la
crisi, anzi che presentarsi come prestatrici di ultima istanza, saranno parte
del nuovo problema. Forse questo porterà a un totale ripensamento della
politiche monetarie volto a riacquisire credibilità ed indipendenza, e senza
dubbio sarà uno sviluppo positivo, ma accadrà solo al termine della prossima
crisi.
5) La crisi del 2007/08/09 non ha insegnato
niente. Le banche centrali hanno raddoppiato la posta in gioco spingendo verso
una incredibile divergenza tra economia reale e mercati finanziari stragonfi di
liquidità. La storia ci insegna che i policymakers assisteranno soddisfatti agli
sviluppi in corso e vedendo le nuove bolle crescere, cercheranno e speriranno di
evitarne uno scoppio disastroso. Più a lungo dovremo aspettare per la
risoluzione finale della crisi finanziaria globale, più grande e devastante sarà
l'epilogo finale. Di questo sono estremamente convinto.
6) Il mio consiglio è avere oro, crediti verso
società non finanziarie con bilanci solidi, e azioni di aziende non finanziarie
a larga capitalizzazione. Il mercato obbligazionario e quello valutario sono
oramai talmente manipolati dai policy makers che non ho altri suggerimenti da
offrire, se non i timori che tutto possa scoppiare in ogni momento. I prezzi dei
beni reali relativamente agli asset finanziari sono più interessanti tuttavia,
prima di acquistare ancora, preferirei aspettare lo scoppio della bolla
corrente.
Gli scenari finali a mio avviso sono due: o
caos monetario con elevata inflazione o collasso deflazionistico del credito
(quest'ultimo nel caso le banche centrali decidessero di fermare le stampanti).
In ogni caso i titoli obbligazionari faranno una brutta fine, e ciò implica una
distruzione epocale di valore per tutti gli asset rischiosi. Il mio collega
Kevin Gaynor pensa che il grosso della bolla che potrebbe ancora gonfiare verrà
evitato. Secondo lui quanto prima arriveranno al pettine quei nodi in grado di
legare le mani alle banche centrali mandando in frantumi le loro visioni fatte
di bolle finanziarie. Lo spero davvero, nel lungo termine questo scenario sarà
il migliore per tutti quanti.
Personalmente continuerò a usare il ratio
Dow/gold come guida per il futuro. Il prezzo in dollari di questi due asset
convergerà secondo me intorno a 1, credo entro un paio d'anni. Non so se si
incontreranno a meno di 7000 o a più di 14000. Siccome credo che anche Bernanke
e Draghi ad un certo punto si renderanno conto delle loro folli politiche
monetarie e dei limiti in esse impliciti, tenderei a favorire più lo scenario
dei 7000 punti. Molto vago, lo so, ma è il meglio che possa fare in questo
momento. In ogni caso, l'oro vincerà in entrambi gli scenari, da un lato
coprirebbe benissimo i rischi inflazionistici di natura monetaria e dall'altro,
non avendo alcun rischio di credito, funzionerebbe come ottima riserva di valore
nel collasso creditizio.
Considero quindi maggiori le probabilità di un
un collasso deflazionistico del credito, piuttosto che quelle associate a un
collasso nominale inflazionistico. In ogni caso ciò che mi è chiaro è che
qualora Bernanke e Draghi continuassero con le loro attuali politiche monetarie,
l'esito finale lascerà su tutti noi una ferita profonda che sentiremo per
diverse decadi a venire. Tale risoluzione potrebbe finalmente porre fine al
monetarismo inflazionista delle banche centrali e aprire una nuova epoca di
prudenza fiscale e monetaria ma ciò si verificherà eventualmente dopo il
prossimo disastro.
Nel breve termine l'attenzione principale va
all'imminente secondo giro di LTRO della BCE. Se superiore a 1 trilione di
dollari, il mercato lo receperirà come via libera per continuare ad aumentare la
leva finanziaria e assumere nuovi rischi. Se invece l'operazione sarà molto
contenuta tra 250 e 500 miliardi di dollari, faremo un passo indietro. Se il
primo LTRO ha chiaramente rimesso in pista la BCE nella gestione della crisi,
questa situazione attualmente molto fluida richiede che la banca centrale
continui a pompare denaro. Fermarsi equivale a fare dei passi indietro. Tra 500
e 1 miliardo di dollari l'operazione sarà pertanto, rispetto alla generose
aspettative attuali, piuttosto neutrale o negativa.
Nessun commento:
Posta un commento