mercoledì 24 settembre 2014

Vuoi vedere che la pranoterapia ha a che vedere con i biofotoni?

Tutte le antiche culture e le scuole di saggezza affermano che l’uomo è un “entità energetica”, costituita da un Corpo di Luce elettromagnetico. Tale corpo energetico sarebbe il mediatore tra il mondo fisico e il mondo spiurituale e gli Antichi ci hanno tramandato che questo poteva essere impiegato da coloro che erano iniziati ai misteri per guarire sé stessi e gli altri. 


Si tratta di una forma di conoscenza che oggi è in procinto di essere nuovemente scoperta dalla scienza e che viene associata all’esistenza dei Biofotoni, emissioni ultradeboli di luce che al centro di ricerche scientifiche. Prima di parlare dell’ultima scoperta scientifica in questo particolare settore e i suoi parallelismi con le scienze antiche, è utile ricordare che la prima scoperta dei Biofotoni (in epoca moderna) risale all’inizio del ‘900 grazie al moscovita A. G. Gurwitsch.
Quindi negli anni ’50 fu il professor Ugo Facchini dell’Università di Milano ad ottenere risultati significativi nello studio dei biofotoni, sino agli anni ’80 quando, in Germania, Fritz Popp apportò, e tuttota apporta, significative conferme all’esistenza di emissioni fotoniche dal corpo umano.


Il dottor Mitsuo Hiramatsu, autore della recente scoperta


E’ però dello scorso novembre la notizia che in Giappone questa emissione energetica del Corpo Umano è stata testata sotto rigido controllo scientifico e confermata. E’ quanto diramato da Discovery News che riporta la notizia nei termini che seguono:

«Le mani umane emettono luce, ma le unghie ne rilasciano di più, secondo un recente studio che ha scoperto che tutte le parti della mano trasmettono livelli registrabili di luminosità. La scoperta dà man forte a una precedente ricerca che sosteneva che la maggior parte degli esseri viventi, comprese le piante, rilasciano luce. Dal momento che le malattie sembrano modificare la forza e lo schema seguito da questa luminosità, la scoperta potrebbe portare a modalità di diagnosi meno invasive. Mitsuo Hiramatsu, uno scienziato del Laboratorio Centrale di Ricerche della Hamamatsu Photonics, in Giappone, ha dichiarato a Discovery News che le mani non sono l’unica parte del corpo che si illumina emettendo fotoni, o piccoli frammenti energizzati di luce. “Non solo le mani, ma anche la fronte e la pianta dei piedi emettono fotoni – ha dichiarato Hiramatsu, aggiungendo poi che in termini di mani – La presenza di fotoni significa che producono luce tutto il tempo”. La luce è invisibile a occhio nudo, quindi Hiramatsu e il suo team hanno usato un potente contatore di fotoni per “vederla”. Il contatore ha rilevato che le unghie rilasciano 60 fotoni, le dita 40 e le palme sono le più fioche, con solamente 20 fotoni. Hiramatsu non è sicuro di sapere perché le unghie emettono più luce delle altre parti della mano, ma ha dichiarato: “potrebbe essere per le proprietà ottiche delle unghie”, sostenendo così che unghie funzionano in qualche modo come un prisma che disperde la luce. Per scoprire cosa potrebbe provocare questa emissione di luce, lo studioso, insieme al collega Kimitsugu Nakamura, ha fatto prendere in mano ai soggetti del test bottiglie di plastica contenenti acqua fredda o calda prima di misurare i fotoni emessi dalle loro mani. I ricercatori hanno anche immesso gas di zolfo o ossigeno in una scatola scura dove facevano infilare le mani dei soggetti mentre le analizzavano. Le temperature calde facevano aumentare l’emissione dei fotoni, così come l’introduzione di ossigeno. Anche sfregare olio minerale tra le mani aumentava il livello della luce emessa. Basandosi su questi risultati gli scienziati hanno teorizzato che la luce “sia una sorta di luminescenza chimica”. I ricercatori credono che il 40% della luce risulti dalla reazione chimica che si verifica costantemente tra la pelle della mano e l’ossigeno dell’aria. Dato che l’olio minerale, che permea nella pelle, aumenta la luce, credono anche che il 60% della luce sia il risultato di reazioni chimiche che si verificano all’interno della pelle. Fritz-Albert Popp, un esperto di livello mondiale di fotoni collegati alla biologia presso l’Istituto Internazionale di Biofisica, è d’accordo con la scoperta e non ne è affatto sorpreso. Popp ha rivelato a Discovery News: “Vi si possono trovare chiare relazioni con il genere e il grado (tipo e gravità) delle malattie”. Popp e il suo team credono che la luce della fronte e delle mani pulsi con lo stesso ritmo di base, e che queste pulsazioni diventano irregolari nelle persone malate. Uno studio condotto dal ricercatore su un malato di sclerosi muscolare sembrerebbe convalidare la teoria. Sia Popp che Hiramatsu sperano che studi futuri riveleranno di più riguardo l’emissione umana di fotoni, che potrebbe avere applicazioni nel campo della diagnosi medica».


L’imposizione sacerdotale delle mani è un rito arcaico che serve a trasmettere un influsso spirituale. Tale influsso è chiamato Barakà dai Sufi, ed è un “transfert” di energia


Gesù imponeva le mani e pronunciava parole di potenza in aramaico e ebraico, sigillando con l’Amen. Era il Verbo creatore in opera

L’imposizione delle mani

Il fatto che le mani emettano luce, e in genere tutto il corpo umano, offre sostanza alle antiche arti tradizionali di curazione attraverso l’imposizione delle mani e dell’energia pranica. Sebbene oggi siamo inclini a credere che tali insegnamenti provengano dall’estremo Oriente, con il Tao e il Chi e la pranoterapia, in realtà questi erano parte integrante anche dei Misteri insegnati agli iniziati nell’antico Occidente e in Asia minore. E’ noto infatti che dagli sciamani sino alle culture sviluppate come gli assiro-babilonesi, i Celti e gli Egizi tutti praticassero l’arte sacerdotale della terapeusi attraverso l’imposizione delle mani accompagnate da parole di potere. Nel mondo Greco Asclepio, identificato come il dio della medicina, guariva le infermità con il tocco delle mani. Storicamente si tramanda inoltre che una guarigione con la mano e la saliva fu operata in Alessandria d’Egitto nel 69 d.C. dall’imperatore Vespasiano, confermando questa pratica anche nel mondo romano. Elementi di questo rito si riscontrano persino nei Vangeli dove Gesù impone la propria mano sugli infermi per guarirli (si legga ad esempio Luca 4.40). Ciò è certamente associabile alla presenza di queste pratiche terapeutiche tra gli Esseni, chiamati anche “terapeuti”, i quali conoscevano bene l’impiego delle energie attraverso pratiche di imposizione in associazione all’uso di cristalli. L’imposizione energetica delle mani è presente anche nell’Antico Testamento impiegata per “passaggi di conosenza” o di “potere”. La mano sulla testa viene posta, prima di morire, da Mosè a Giosuè per sancire la sua investitura a guida spirituale del suo popolo. Trattasi di trasfert di “caratura energetica”, di passaggio di Spirito di conoscenza, associato alla Luce e quindi al suo corrispondente “biologico” che si esprime nel campo bioenergetico umano. L’imposizione delle mani era anche praticata nel momento del battesimo, sempre a sancire il transfert di una energia che dai mondi invisibili, per mezzo del Maestro, si trasferiva nell’iniziato. Il concetto di transfert energetico con l’imposizione delle mani si riscontrava anche nella cerimonia mesopotamica, poi assorbita dall’ebraismo, del capro espiatorio, dove gli officianti tendevano le braccia a trasferire la risultante energetica delle energie mondane (i cosiddetti peccati) sull’animale per poi liberarlo nel deserto ove sarebbe morto. Si tratta sempre di un’azione taumaturgica ma in questo caso assume aspetto collettivo per mezzo di un intermediario (l’agnello). Ciò è quanto avviene con Gesù che in quanto equilibrante i tre aspetti di Re, sacerdote e taumaturgo (rappresentati rispettivamente dall’oro, l’incenso e la mirra) opera tre diversi metodi di guarigione con le sue mani: su se stesso per mezzo della mano divina che gli rivela la sua natura, sui singoli attraverso l’imposizione delle sue mani, e sulla collettività attraverso il sangue che sgorga dalle mani (e dai piedi, infatti nel comunicato sulla scoperta scientifica riportato sopra si citano anche i piedi quali punti di forte emissione biofotonica). E’ solo di qualche mese fa la notizia che durante la cerimonia eucaristica in un convento di frati trappisti belgi, dove questi imponevano collettivamente e ad occhi chiusi le mani verso il calice con l’osta poggiata su di esso, l’ostia abbia iniziato a levitare. Evento solo casualmente filmato da una telecamera. Dunque, l’uomo è davvero un’entità energetica (non solo chimico-biologica) immersa in un sistema olografico di energie. E’ proprio attraverso questi campi che egli può interagire con l’invisibile.

L’imposizione delle mani sulla testa del capro inviato nel deserto era un transfert di energia negativa


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