Chi
sarà il nuovo Presidente della Repubblica? Questa è la domanda più
gettonata degli ultimi giorni, ancor di più da quando Napolitano ha
rassegnato le sue dimissioni. E l’agenzia di scommesse Stanleybet
quota, per la prima volta e unica fra tutte le altre agenzie, il nome
che potrebbe arrivare dritto sul Colle: ecco chi è e perchè ha
grosse chances di farcela. -
Enrico
Letta. Diciamolo subito questo nome e ci togliamo la curiosità. Ora
tocca spiegare perchè potrebbe essere davvero lui il nuovo
Presidente della Repubblica.
La
prima, e finora unica, agenzia a quotare il nome di Enrico Letta è
Stanleybet: gruppo leader in Europa nel settore delle scommesse,
gestisce nel Vecchio Continente un totale di oltre 2000 sportelli.
Parliamo di un bookmaker nato nel lontano 1958, che ha mostrato nel
corso degli anni una notevole autorevolezza in materia di betting,
gaming e lotteries.
Enrico
Letta viene dato a 20 - questo significa che giocando dieci euro se
ne incasserebbero duecento – ed è il primo outsider dopo i nomi
più gettonati e che, di solito, vengono bruciati.
I
vari Prodi (quotato a 5,00), Veltroni (7,00), Grasso (7,00), Amato
(8,00), Pinotti (15,00), Rodotà (15,00), Fassino (15,00),
Finocchiaro (15,00), Padoan (15,00), Mattarella (15,00) dovrebbero
rappresentare il classico specchietto per le allodole, un modo come
un altro per tenere impegnata l’opinione pubblica mentre si lavora
al vero successore di Napolitano.
Certo,
tocca andarci con i piedi di piombo quando si trattano questi
argomenti e usare il condizionale è d’obbligo, ma se proprio
volessimo scommettere un euro su qualcuno andremmo a puntare su
Enrico Letta. Perchè?
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MOTIVI PER CUI ENRICO LETTA POTREBBE ESSERE IL PROSSIMO PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
1)
Rispecchierebbe in pieno il profilo richiesto da Giorgio Napolitano,
da sempre molto legato a Enrico Letta: rispettoso della “grammatica
istituzionale”, profondo conoscitore della Costituzione, preparato,
competente, europeista e ben inserito nei gangli del Potere che
conta, apprezzato sia dalla Merkel che da Putin, oltre che da Obama.
2)
Per Matteo Renzi sarebbe perfetto: come prendere tanti piccioni con
una fava. La candidatura di Enrico Letta ricucirebbe lo strappo con
la minoranza del Pd e con tutti i dissidenti che mordono il Premier
alle calcagna, dai Bersani fino ai Civati, passando per D’Alema e
Bindi; andrebbe benissimo per la maggioranza del partito, che esegue
gli ordini di Renzi; sarebbe un contentino per l’opinione pubblica,
verso cui Matteo potrebbe riabilitare la sua immagine di arrivista e
spregiudicato e trasformerebbe il cinismo barbaro del leit motiv
“Enrico
stai sereno”
in un grosso grasso risarcimento. Inoltre il nome di Letta andrebbe
benissimo sia per l’ala berlusconiana di Forza Italia che per
quella fittiana e tirerebbe dentro anche Area Popolare (Ncd-Udc),
Scelta Civica per l’Italia e Centro Democratico. Infine, e questo è
un aspetto da non sottovalutare, la fede cattolica di Enrico Letta
farebbe felici sia il Vaticano che i parlamentari di fede
democristiana, nostalgici di un Presidente crociato. Gli scontenti? I
soliti: Fratelli d’Italia, Lega e M5S. Ma il Presidente della
Repubblica si può eleggere tranquillamente senza i loro voti.
3)
Enrico Letta rientrerebbe appieno nel profilo tracciato da Renzi: di
area Pd, di alto livello, arbitro saggio. Inoltre il carattere
esuberante del Premier non farebbe alcuna fatica ad avere la meglio
sulla personalità meno ridondante di Letta, come già successo una
volta nel recente passato.
4)
Anche Silvio Berlusconi apprezzerebbe, e non poco, la candidatura di
Enrico Letta: nipote del suo fedele consigliere Gianni, lo ha già
sostenuto come Presidente del Consiglio, rinnovandogli più volte la
fiducia, e in diverse occasioni gli ha espresso il proprio
apprezzamento. Letta jr piace persino a Piersilvio Berlusconi e,
quindi, a Mediaset, che durante il Governo Letta ha visto le sue
azioni decollare.
5)
Last but not least, il nome di Enrico Letta non sarebbe percepito
come il frutto avvelenato del Patto del Nazareno, visto che da quando
ha smesso i panni del Premier è sparito, senza farsi più vedere e
senza concedere interviste, evitando quindi qualsiasi contaminazione
con il Governo Renzi e le sue manovre, su tutte – appunto – il
Patto del Nazareno.
Ricapitolando:
Napolitano sarebbe contento; Berlusconi giulivo; Alfano e i suoi
festanti ritroverebbero l’amico perduto; Casini e Monti avrebbero
il loro vecchio/nuovo punto di riferimento; la minoranza Pd non
potrebbe chiedere di meglio; Draghi, Merkel, Putin e Obama – che ci
guardano sempre con occhio sospetto – stapperebbero bottiglie di
spumante; dal Vaticano nessuno si opporrebbe a un Presidente di
comprovata fede cattolica.
Risultato:
alla quarta votazione, ma perchè non alla prima?, si avrebbe il
nuovo Presidente della Repubblica.
Enrico
Letta.
L'unico
piccolo ostacolo sarebbe legato all'età: secondo l'articolo 84 della
Costituzione, che regola i requisiti di eleggibilità
del Presidente della Repubblica, chi siede al Quirinale deve
avere almeno 50 anni. E Letta jr. ne compirà 48 ad
agosto. Quisquilie per un Parlamento che ha regalato un secondo
(anti-costituzionale) mandato a Napolitano.
Confermiamo:
Enrico Letta.
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