Oggi molti terrestri riconoscono l'esistenza di
un Creatore o di una Mente Superiore e quindi anche la presenza nell'Universo
degli esseri intelligenti da essa creati che siamo soliti definire
extraterrestri. Essendo dotati di intelligenza, nel corso del loro processo
evolutivo devono aver trovato il modo di scambiare informazioni non solo con i
propri simili, ma anche con i rappresentanti delle altre forme di vita che si
incontrano nel cosmo. Per ora l'umanità, a causa delle proprie limitate
possibilità tecniche, non è ancora riuscita a fare lo stesso. Ma l'intelligenza
extraterrestre è già entrata in contatto con noi tramite messaggi mentali. Nei
primi anni '90 la redazione del giornale "Cudesa i prikljucenja" (1) mi
commissionò un'intervista con un astronauta. Non vi dirò il suo nome e poi
capirete perché. Chiamiamolo semplicemente Vladimir.
Ciò
che a me interessava sapere era soprattutto se durante i voli lui e i suoi
colleghi avevano avvistato degli UFO e in generale se nello spazio aperto si
fosse verificato qualche fatto insolito. Vladimir mi disse che conosceva persone
degne di fede che avevano visto gli UFO, ma a lui non era mai successo di
imbattersi nei "dischi volanti".
Per quanto riguarda certi fatti strani che si
verificano nello spazio mi confidò un episodio inspiegabile che gli era
capitato. "Questo però non deve pubblicarlo", - mi avverti. In tutti questi anni
ho mantenuto la promessa e non ho pubblicato nulla di ciò che Vladimir mi ha
detto. Ma ora che gli eventi enigmatici capitati agli astronauti non sono più un
segreto, posso parlarne.
Ecco il racconto dell'astronauta:
«Durante il volo di avvicinamento alla stazione
orbitante il comandante che pilotava la navicella non riusciva in alcun modo ad
immettersi nella traiettoria prevista per effettuare l'aggancio. La riserva di
carburante per le manovre della navicella era limitata. Gli restava, come si
suoI dire, meno che niente. Se la correzione successiva non fosse andata a buon
fine, avremmo oltrepassato la stazione e saremmo tornati sulla Terra senza aver
portato a termine i nostri compiti. lo ero impossibilitato a prestare
qualsivoglia aiuto poiché il comando della navicella è prerogativa esclusiva del
comandante. Come ingegnere di bordo potevo soltanto stare seduto nella poltrona
accanto e preoccuparmi in silenzio. Ad un certo momento all'improvviso ho
sentito un ordine nella mente: "Prendi il comando!". Più tardi analizzando ciò
che era successo non sono riuscito a capire se si fosse trattato della voce di
qualcuno o no. So soltanto che ho ricevuto un ordine mentale altrui e che non
potevo evitare di eseguirlo.
Quello che sorprende ancor più è che il
comandante non obiettò nulla e mi passò il comando della navicella. In seguito
mi ha detto di non aver ricevuto alcun ordine, semplicemente all'improvviso
aveva saputo che doveva fare proprio così, anche se ciò andava contro tutte le
nostre "ferree" disposizioni.
Non ho perso conoscenza, ma mi trovavo come in
trance ed ho eseguito docilmente i comandi che mi venivano in mente. Solo grazie
ad essi è stato possibile eseguire l'aggancio con successo.
Una volta sulla Terra durante il rapporto di
volo il comandante si beccò "una strigliata", e me la beccai anch'io, anche se
in misura minore. Ma entrambi evitammo di menzionare i comandi
"soprannaturali".»
Riconosco che il racconto dell'astronauta mi ha
colpito, ma lo presi come un semplice esempio di zombizzazione (2) mentale. Nel
mio archivio ho raccolto casi analoghi. Però, per la verità, non si erano
verificati nello spazio, ma sulla Terra. Certe persone - inaspettatamente e
all'improvviso - compivano qualche azione o al contrario, evitavano di fare
qualcosa. In questi casi a volte parlavano di una "voce interna" che sembrava
guidarle. Allora non avevo dato peso al fatto che se esiste un induttore, ciò
significa che esiste un soggetto estraneo che influenza l'esecutore con la sua
volontà.
Tra l'altro; per come la vedo adesso, questo è
un fatto importante perché c'è una grande differenza tra la manifestazioni
terrestri del fenomeno della "voce da dentro" e quelle spaziali. In seguito si
venne a sapere che VIadimir non era stato l'unico astronauta a sentirla.
Il primo episodio inspiegabile verificatosi
nello spazio fu riferito dall'astronauta Sergej Kricevskij nell'ottobre del
1995.
Sergej Kricevskij è assistente scientifico
superiore del Centro di preparazione degli astronauti Jurij Gagarin e
dell'Istituto di Storia delle scienze naturali e della tecnica RAN, nonché
dottore in Scienze tecniche e membro effettivo dell'Accademia di astronautica
K.E. Ziolkovskij.
Ciò che riferì il candidato astronauta presso
l'Istituto Internazionale di antropologia spaziale di Novosibirsk ha un
importanza enorme per la comprensione dei misteri nascosti nello spazio. Ecco
alcuni estratti del suo rapporto:
«Nel 1989 ho iniziato a prepararmi al volo
nello spazio e ho avuto contatti sia informali che di lavoro con i miei
colleghi. Fra questi c'erano anche gli astronauti che erano stati nello spazio.
Tuttavia le informazioni sulle visioni - denominate stati di sogni fantastici
(FSS) - le ho ricevute soltanto nella seconda metà del 1994, cosa legata più che
altro all'approssimarsi della scadenza del volo imminente... Tutte le
testimonianze delle visioni nello spazio sono nelle mani di una cerchia di
persone estremamente ristretta...
Le testimonianze di queste visioni sono state e
sono trasmesse esclusivamente dall'uno all'altro, condividendo le informazioni
con coloro che si apprestano a compiere il volo...
Le visioni fantastiche che si manifestano in
volo costituiscono un fenomeno nuovo, prima sconosciuto, riconducibile alla nota
tipologia degli stati alterati di coscienza... Pensate un po': improvvisamente
l'astronauta oltrepassa in un attimo i limiti della propria normale
autopercezione di partenza di essere dall'aspetto umano per trasformarsi in un
animale e muoversi nell'ambiente in questa nuova forma. E può continuare a
percepirsi nell'aspetto trasformato o sentire di immedesimarsi in un'altra
entità soprannaturale.
Diciamo che un collega mi ha confidato la sua
permanenza nella "pelle" di un dinosauro. Pensate che sentiva di essere un
animale che si muoveva sulla superficie di un pianeta sconosciuto, mentre
camminava oltrepassando burroni e precipizi, e ostacoli fisici di un qualche
tipo.
L'astronauta ha descritto in modo abbastanza
preciso il "suo" aspetto: le zampe, le scaglie, le membrane fra le dita, il
colore della pelle, gli artigli enormi e altri particolari. La fusione del suo
"io" con l'essenza biologica dell'antico sauro era talmente completa da
consentirgli di percepire come proprie tutte le sensazioni di questo organismo
estraneo. Sentiva di avere delle placche cornee che si rizzavano sulla pelle
della schiena in corrispondenza della colonna vertebrale. Del grido penetrante
che si sprigionava dalle fauci disse addirittura: "Era il mio grido...".
Di più: la catena di eventi relativa ad ogni
trasformazione e le trasformazioni dell'ambiente stesso si avvicendavano
contemporaneamente. Inoltre non solo succedeva che l'astronauta avesse la
sensazione di trovarsi nella "pelle" di questo o quell'altro organismo vissuto
in epoche remote, ma accadeva anche che la persona sentisse di assumere un'altra
personalità che poteva anche rivelarsi appartenente ad un'entità umanoide
extraterrestre.
L'aspetto interessante è che le immagini delle
visioni osservate appaiono insolitamente vivide e colorate.
Sono stati uditi diversi suoni, qualcuno ha
persino percepito il linguaggio di altre entità che si è rivelato comprensibile
come se fosse stato assimilato senza bisogno di alcun insegnamento. Era come se
l'astronauta fosse stato catapultato in un altro continuum spazio-temporale e su
altri corpi celesti sconosciuti, e pur trovandosi in un mondo per lui
assolutamente nuovo lo percepisse tuttavia come qualcosa di normale e
familiare.
Un tratto caratteristico delle visioni
fantastiche è costituito dalla variazione istantanea della percezione del tempo
e del relativo flusso di informazioni... L'astronauta comincia ad avere la
sensazione di percepire un flusso di informazioni proveniente da un qualche
luogo esterno. Vale a dire che l'individuo ha la sensazione che una sorta di
entità grande e potente gli trasmetta dall'esterno delle informazioni per lui
assolutamente nuove ed insolite.
Si sono anche verificati episodi - e con
pronostici estremamente precisi - di anticipazioni di eventi futuri con
"dimostrazioni" dettagliate di situazioni o momenti critici incombenti come se
fossero stati individuati e commentati da una voce interna. E in questi casi "si
sentiva": tutto si sistemerà, andrà tutto bene... In tal modo sarebbero stati
previsti in anticipo i momenti più complessi e pericolosi del programma di volo.
E si è addirittura verificato un caso in cui se non fosse stato per questo
"sogno premonitore" gli astronauti avrebbero anche potuto morire.
È sorprendente anche notare quanto la
descrizione dei momenti critici fosse precisa e circostanziata. Evidentemente la
"voce" aveva previsto un pericolo mortale che attendeva gli astronauti al
momento dell'uscita nello spazio aperto. Questo pericolo era già stato segnalato
qualche volta nei sogni premonitori con il commento della "voce". E al momento
della reale escursione nello spazio aperto durante il lavoro all'esterno della
stazione la previsione si avverò in tutto e per tutto: l'astronauta si dimostrò
preparato e si salvò la vita (in caso contrario, si sarebbe irrimediabilmente
allontanato dalla stazione).
Agli astronauti non era mai successo niente di
simile prima (al di fuori del volo)... Il problema delle visioni degli
astronauti viene occultato tenacemente dalla comunità scientifica. Non se ne
parla, è come se non esistessero. Nessuno degli astronauti ha mai menzionato
ufficialmente le visioni fantastiche e gli equipaggi non hanno mai incluso
informazioni di questa natura nei loro rapporti ufficiali. Perché? La risposta è
evidente: gli astronauti temono conseguenze negative, come la squalifica medica
e la diffusione di queste informazioni interpretate come sintomi di malattia
psichica e così via.
Uno degli astronauti ha tenuto degli appunti
giornalieri nei quali ha descritto le sue visioni. Un documento unico! Tuttavia
in risposta alle mie proposte e alle preghiere di pubblicarlo, o almeno di farmi
parlare con gli scienziati che studiano il problema dal vivo, l'astronauta ha
opposto un rifiuto categorico spiegando che sarebbe stato prematuro e perciò
pericoloso per la sua carriera. È per questo che non posso, non ho il diritto
morale, di fare né il suo nome né quello della navicella.»
Sergej Kricevskij |
Come spiegare le sorprese del
cosmo?
L'astronauta Kricevskij ha elaborato alcune
ipotesi, senza preferirne alcuna.
Forse nei voli spaziali durante la lunga
permanenza in condizioni di assenza di gravità si manifestano degli stati in cui
le informazioni emergono dalle profondità dell'inconscio sotto forma di
frammenti della vita di organismi diversi, antichi antenati dell'uomo nel
processo di evoluzione.
Ma allora come spiegare l'acquisizione di
informazioni che anticipano eventi futuri?
La seconda ipotesi riguarda la "trasmissione
della conoscenza", vale a dire l'acquisizione di un flusso di informazioni nel
cervello direttamente dall'esterno.
Spiega Kricevskij:
«Possiamo ipotizzare che questi sogni siano
indotti da un flusso non stazionario di radiazione galattica. Se la navicella
capita in questo "raggio" l'astronauta entra in uno stato di sonno rilassato e
il fenomeno si manifesta. Una volta uscito dal campo di azione del raggio la
visione scompare.
Ma l'astronauta Vladimir, con il quale ho
parlato qualche volta, non stava affatto sognando quando ha udito "la voce"
durante il momento critico dell'aggancio. E poi in questo caso non si
spiegherebbe chi avrebbe inviato queste informazioni e come potesse conoscere
eventi futuri.
"In fondo è assolutamente possibile che una
causa si avviti su un'altra (3), potrebbe così emergere il loro legame". Certo è
che per trarre delle conclusioni univoche da un fenomeno così complesso ed
enigmatico bisognerebbe disporre di una quantità di dati di partenza di gran
lunga maggiore. E tuttavia, se si considera che si è cominciato a parlare
pubblicamente delle "voci", del "sussurro" e delle visioni nello spazio, si
possono fare due deduzioni fondamentali.
Prima di tutto è chiaro che gli astronauti sono
influenzati da un soggetto intelligente o da un induttore. E non si può
escludere che ce ne sia più d'uno.
Se durante un volo "qualcuno" cerca di
convincere un terrestre ad allontanarsi dal cosmo, in altri casi "un estraneo"
ha fatto qualcosa di nettamente contrario prestando l'aiuto necessario ad
evitare un pericolo. Ed è stata proprio la "voce" altrui a guidare l'aggancio
dell'equipaggio e a salvare l'astronauta dalla morte durante l'escursione nello
spazio aperto. Nella stessa circostanza lo stesso soggetto intelligente si è
comportato come un insegnante paziente e ha descritto con precisione le
situazioni critiche incombenti infondendo al tempo stesso fiducia nell'esito
positivo della vicenda.
In secondo luogo bisogna considerare che gli
astronauti hanno ricevuto le informazioni direttamente nel sonno. Il fondamento
fisico di tutti i processi di pensiero del nostro cervello è costituito dalle
correnti biologiche. Ciò significa che anche il flusso di informazioni
proveniente dall'esterno doveva essere di natura elettromagnetica.
Ne consegue che l'intelligenza aliena che si
manifesta nello spazio si incontra con quella umana e che in linea di principio
i suoi messaggi - sia la "voce" che il "sussurro", che le immagini delle visioni
- potrebbero essere ricevuti con mezzi tecnici.
Bisogna sottolineare che lo sviluppo degli
eventi durante i voli ha confermato la veridicità delle informazioni ricevute in
anticipo dagli astronauti. Ciò significa che quanto essi hanno visto
trasformandosi in mostri o viaggiando su altri corpi celesti può essere
considerato degno di fede e non mero frutto di fantasie personali.
In altre parole, i terrestri hanno viaggiato
col pensiero nello spazio e nel tempo senza alcuna limitazione. E questo è stato
possibile solo nel caso che qualcuno abbia creato un "collegamento" tra la loro
coscienza e altre parti del campo informativo che contiene tutto il passato, il
presente e il futuro. E non si tratta affatto di un campo globale, come si suole
dire oggi, ma di un campo Universale!
Per finire, vorrei dire che non ha senso
cercare di capire chi è il soggetto pensante che entra in contatto con gli
astronauti. Non disponiamo di una quantità di dati sufficiente per dirlo.
Possiamo solo riportare le parole di un astronauta che ha udito la "voce"
aliena: "Lo Spazio ci ha dimostrato di essere senza dubbio intelligente e in
qualche modo più complesso delle nostre rappresentazioni di esso. E ci ha
dimostrato anche che le nostre conoscenze attuali non ci consentono comprendere
l'essenza della maggior parte dei processi che avvengono nell'Universo."»
Note:
1. N.d.T.: Potremmo tradurre liberamente la
testata con "Avventure soprannaturali", giornale di avventure, viaggi, ipotesi
scientifiche e fantascienza allegato al quotidiano "Economia e vita" in edicola
dal 1991.
2. N.d.T. Non so se ha un senso preciso in
italiano, ma penso che si possa tradurre solo così.
3. N.d.T.: Non sono affatto sicura della
correttezza della traduzione di questa frase fra virgolette.
di Sergej Demkin
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