Un popolo di piccoli esseri dotati di incredibili poteri. E gli Asi, dei alti e biondi che solcavano il cielo a bordo di navi luminose.
Il freddo silenzio del Mare del Nord viene rotto solamente dal frangersi delle onde sui fiordi e dal continuo lamento del vento. Simile ad una sentinella di pietra, a nord dell’isola di Eysturoy, svetta imponente il monte Slaettarantindur, le cui asperità si confondono tra le nuvole basse, rischiarate appena dal sole di mezzanotte.
Le Faer Oer, isole "fatate" situate tra l’Islanda e le isole scozzesi Shetland, ai confini del circolo polare artico, sembrano perennemente avvolte dalle nebbie del nord. Forse proprio per contrastare il grigio della bruma, le case dei pescatori sono tinte in colori vivaci, spesso con accostamenti estremi. Arcipelago composto da 22 isolotti, le Faer Oer sono caratterizzate da un paesaggio incontaminato, la cui natura ostica e selvaggia non impedì ai Vichinghi di colonizzarla, nel IX secolo d.C. Non a caso oggi la capitale dell’arcipelago è la città di "Thorshavn", la quale prende il nome dal dio norvegese Thor. La cultura vichinga è ancora forte nelle Faer Oer, anche per la morfologia del luogo e del suo clima. A tratti sembra che dagli impervi promontori rocciosi, dalle fredde acque scure dei fiordi o dall’onnipresente nebbia, possano sbucare creature fatate o appartenenti ad un altro mondo.
IL POPOLO DEI GRIGI
Le leggende delle Faer Oer sono piene di riferimenti a esseri fatati, soprattutto gnomi e folletti. In queste isole ogni scoglio, rupe o isolotto ha una sua storia. Fino alla metà del XIX secolo, quando vennero poste le basi di una letteratura nazionale attraverso l’elaborazione di una lingua scritta, prevalse la tradizione orale, ricchissima di favole e racconti epici. Ne sono protagonisti esseri strettamente collegati alla mitologia nordica, come gnomi, folletti (hulduman) e il "popolo dei Grigi", incarnazione degli elementi potenti ed ostili della natura. I "Grigi" abitano sottoterra, spesso occupano le caverne e non sanno nuotare. Gli "gnomi", benché dispettosi, sono spesso considerati molto saggi dai pescatori del luogo, nonché portatori di fortuna. Una di queste leggende, legata all’isolotto di Koltur, sull’isola di Streymoy, narra dello scontro tra un membro del popolo dei Grigi e uno Gnomo, il quale aveva consentito ad un isolano di pescare in poco tempo un’incredibile quantità di pesce, tale da sfamare tutto il villaggio. Lo gnomo riuscì a far cadere in acqua lo "spirito Grigio", ma questi si vendicò, trasformando in uno scoglio la barca ed il pesce pescato.
DA KOLTUR A... DULCE
Solo leggende? In effetti i racconti e le descrizioni del "popolo dei Grigi" hanno diversi elementi in comune con quanto sappiamo della razza aliena nota, appunto, come "Grigi". Di piccola statura, appaiono e scompaiono come d’incanto e difficilmente si troverebbero a loro agio nel mare aperto, data la loro fisiologia, almeno stando alle descrizioni testimoniali dei protagonisti di IR3 ed IR4, proprio come accade nella dinamica di attacco del Grigio al malcapitato pescatore. Secondo il giornale russo Ternopil Vechiriniy, un documento del KGB di 250 pagine comproverebbe l’apparizione di un UFO in Siberia, nel Febbraio 1988, nei pressi di unità militari in esercitazione. Un missile terra-aria russo abbatté il disco, da cui fuoriuscirono cinque alieni di tipo Grigio. Questi, vedendo le truppe sovietiche avvicinarsi, si fusero assieme in un oggetto sferico che, esplodendo in un lampo bianco accecante, pietrificò letteralmente 23 dei 25 soldati presenti, alterandone la struttura molecolare in qualcosa di prossimo al calcare! Fu con un sistema simile che l’uomo Grigio di Koltur trasformò la barca ed i pesci in uno scoglio? Questi "exploit" da parte dei Grigi sarebbero avvenuti altrove ed in altra epoca. Si parla da tempo di un incidente avvenuto nella base militare americana di Dulce, nel New Mexico, fra umani ed alieni. Il dottor Michael Wolf ha dichiarato di essere certo che tale "contrattempo" sia realmente avvenuto. Militari troppo nervosi avrebbero aperto il fuoco su alcuni Grigi e gli alieni di Zeta Reticuli si sarebbero difesi tramite emissioni di energia psichica, staccando di netto, o facendole esplodere, le teste dei soldati, come nei film "Fury" o "Scanners". Al di là della loro gracile struttura fisica i Grigi sarebbero dunque in grado di difendersi e, messi alle stretti, di annientare il nemico. Sotto questa luce, la leggenda tramandata nelle Faer Oer assume maggiore credibilità. Incuriosisce che la narrazione parli di uno Gnomo quale avversario del Grigio, anch’esso dotato di poteri "magici". Forse si trattava di un diverso tipo di alieno? Di sicuro, un tempo l’apparizione di questi esseri non-umani era comune: se di bassa statura e morfologia inusuale venivano identificati come gnomi, Troll e Leprechaun, e se alti e di aspetto umanoide come dei e titani. Non a caso, le leggende nordiche dipingono la razza divina degli Asi come alti, biondi e con gli occhi azzurri, nonché progenitori in linea diretta di tutte le popolazioni nord europee. Ma chi erano questi Asi adorati dai Vichinghi?
TRADIZIONE NORDICA
Il retaggio culturale nord-europeo affonda le sue più profonde radici in un credo ancestrale, quello degli Asi, o dei, chiamato Asatrù. Un tipo di religione così fortemente radicata, specialmente nei luoghi di origine come Svezia e Norvegia, che solo alla fine del 1800 venne distrutta in un rogo l’ultima, tenace cattedrale in legno eretta ad Uppsala, in Svezia, in onore di Odinn, Thor e Freyr. Il credo Asatrù, di recente tornato in auge tramite la "New Age", è stato spesso tacciato di collegamenti con l’esoterismo nazista. Ma in verità con il nazismo in senso stretto Asatrù aveva poco a che fare, essendo anzi più vicino alla concezione celtica di rapporto armonico tra uomo e forze naturali. Per i Vichinghi, gli dei vivevano in una città celeste, al di là delle nubi, chiamata Asgard, raggiungibile solo tramite Bifrost, il tremulo ponte dell’arcobaleno (probabilmente un teletrasporto). Si diceva inoltre che il padre degli dei, Odino, risiedesse in un luogo chiamato "Hlidskiaf", ossia "Alto Seggio", da cui egli teneva d’occhio tutto l’Universo. Si trattava forse di una stazione orbitante dotata di migliaia di computer, monitoranti la vita sul pianeta, una sorta di torre di controllo?
Alcuni dei, come Thor, padrone del tuono, possedevano potenti carri capaci di volare nel cielo. Thor veniva chiamato spesso a difendere gli Asi dai temibili giganti dei ghiacci (nati forse da mutazioni genetiche) e sembra che quando attraversava le nubi col suo carro, il cielo rimbombasse e l’aria venisse percorsa da lampi. È noto oggi che quando un UFO accelera, il suo spettro di luce varia in modo direttamente proporzionale alla velocità acquisita. Erano questi i lampi del dio del tuono?
Freyr invece, a differenza del bellicoso Thor, era il dio della bellezza, della gioventù, dell’abbondanza e della forza fecondante della natura e aveva un mezzo di trasporto davvero eccezionale. Da alcuni nani della luce gli venne donato "Gullinbursti", un "Cinghiale dalle setole d’oro", che "corre notte e giorno per le vie del cielo e della Terra e sulle onde del mare, meglio di ogni altro corsiero... ovunque andrà, nella notte più fonda o nei mondi di tenebra, potrà sempre vedere innanzi a sé e si lascerà alle spalle una scia luminosa, poiché le sue setole d’oro irradieranno luce risplendendo nel buio". Più che un animale va ipotizzato (anche per via della sua struttura dorata) che si trattasse di un oggetto di metallo, magari di una foggia così insolita da ricordare un cinghiale. E poteva volare ovunque, irradiava luce e lasciava una scia luminosa dietro di sè, così come spesso fanno certi UFO... la fantasia dei popoli cambia, insieme alle descrizioni, ma il tipo di oggetti probabilmente è lo stesso. Anche l’usanza vichinga di cremare le salme dei capi deceduti in battaglia su una nave in fiamme riprende il mito di Balder, il dio della luce norreno che, ucciso con un inganno da Loky, viene portato nel regno di Hel, la dea della morte, in una "Nave brillante di fiamma", stranamente accompagnato nel suo ultimo viaggio da uno "Gnomo".
Forse era il Grigio incaricato di pilotare il mezzo? Dunque, cosa ci dicono le saghe nordiche tramandateci da storici come Snorri Stuerlson? Miti e leggende riguardanti dei e folletti, o resoconti incredibili ma realmente accaduti sulla presenza di alieni sulla Terra?
Non ci resta che meditare sulle parole del "Carme di Siordrifa", cercando di comprenderne l’autentico significato:
"Allora la testa di Mimir pronunciò la prima parola, disse le rune possenti. Disse che erano incise sullo scudo posto a schermo del Sole splendente, sull’orecchio di Arvak, sullo zoccolo di Alsvid, sulla ruota che gira, sotto il carro di Thor, sui denti di Sleipnir, sulle corregge della slitta, sugli artigli dell’orso, sulla lingua di Bragi, sulle grinfie del lupo, sul becco dell’aquila; sulle ali insanguinate, a capo del ponte, sulla mano della levatrice, sull’orma di chi giunge in aiuto, sul vetro, sull’oro, sugli amuleti degli uomini, sul vino, sulla birra, sulle sedi della gioia, sulla punta di Grungnir, sul pettorale di Grani, sull’unghia della norna, sul becco della civetta.
Tutte le rune così intagliate furono levigate, intinte nell’idromele sacro, inviate per ampi cammini.
Sono fra gli Asi, sono fra gli elfi; alcune fra i Vani sapienti... altre le possiedono gli uomini".
Articolo di Pablo Ayo
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