Una
data che appare chiara, nello scorrere del tempo ciclico del calendario maya, è
il 20 maggio 2012, il giorno in cui si allineeranno le Pleiadi, il Sole e la
Terra. In contemporanea, ci sarà un’eclissi di Sole: la stessa avrà luogo sullo
zenith della piramide di Chichén Itzá, eretta di onore di Kukulkan, venerato dai
Maya e del quale gli stessi attendevano il ritorno.
Eclissi anulare di Sole
Potrebbe trattarsi di pura coincidenza, se
questa teoria non fosse supportata da una serie di pittogrammi formatisi a
partire dal 2000 ed evocanti dei raffinati simbolismi maya di netto riferimento
al 2012.
Pittogrammi simili, che avevano fatto la loro
comparsa già in anni precedenti, avevano fornito informazioni inerenti il codice
Dresda, e prima ancora notizie sulla geometria sacra. Il bellissimo pittogramma
comparso il 9 agosto 2005, invece, fornisce informazioni dettagliate in merito
al giorno 0, identificabile con il 20 maggio 2012, e all’ultimo ciclo di Venere,
in passaggio davanti al Sole per l’ultima volta durante la Quinta Era, nel
giugno 2012. Il 2 agosto del 2004, un altro glifo aveva mostrato il calendario
maya del lungo computo, il Sole nel quale ci troviamo, e la ciclicità del tempo,
con la sua dualità di vita e morte.
Molti anni fa i Maya, dalla civiltà cosmopolita
che erano diventati, in seguito a sanguinose battaglie e repressioni, furono
letteralmente estirpati dalla loro terra, e quelli che vi sopravvivono ancora
oggi sono i pochi rappresentanti di un popolo evoluto. Gli stessi indigeni,
secondo antiche leggende, rimasero sulla Terra, in attesa di una “resurrezione”
che si sarebbe verificata al tramonto del quinto Sole, il 21 dicembre 2012. In
quel giorno, il loro Dio, Kukulkan, si sarebbe manifestato nuovamente sulla
Terra, introducendoci alla nuova era, la sesta, la cui data d’inizio è il sabato
22 dicembre 2012, in contemporanea ad un cambiamento nelle coscienze collettive.
L’antico
popolo mesoamericano ebbe la capacità di tracciare il cielo stellato dei nostri
tempi, individuando tanto i cicli di Venere quanto le eclissi senza sbagliare i
calcoli a distanza di secoli. L’eclissi di Sole dell’11 agosto 1999 fu prevista
con – addirittura! – 33 secondi di ritardo. Prima ancora, nel codice di Dresda,
l’eclissi totale dell’11 luglio 1991 è citata come “il primo incontro terreno
con i Signori delle stelle”. L’avvenimento, perfettamente visibile dal Messico,
fu ripreso da centinaia di telecamere che inquadrarono anche una sorta di
astronave nel cielo. Da quel momento, sempre più frequenti, a Città del Messico,
le sfere di luce che, singole o in flottillas, volteggiano in formazioni
misteriose o in EBANI.
Le
stesse vengono messe in rapporto con i pittogrammi delle coltivazioni
cerealicole che, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno mostrato un legame
simbolico con la data della prossima eclisse.
Il
9 agosto 2005, lo spettacolare glifo comparso ad Oxfordshire mostra visibilmente
il nostro cielo del 20 maggio 2012. Un’eclissi anulare di Sole, e l’allineamento
celeste.
Che
ci si voglia credere o no, anche ad un occhio superficiale non può sfuggire la
correlazione geometrica tra la figura disegnata nel campo e quella raffigurata
nel cielo.
“Come in alto, così in basso” era il motto di
antichi popoli che possedevano conoscenza e saggezza. Conoscenza nel capire i
segnali, saggezza nel rispettarli. A noi, a questo punto, invece, non resta che
aspettare
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