martedì 18 febbraio 2014

Cosa si intende per "setta": vediamo un esempio


Quello che conta, nelle testimonianze, non è il modo di esprimersi ma l'attendibilità delle informazioni riportate e delle loro conseguenze. Riprendiamo un capitolo di una testimonianza di molti anni fa che, a rileggerla oggi, suona ancora attualissima nonostante le "approvazioni" lucrate dal Cammino Neocatecumenale.

Nessuno può ritenersi sicuro da plagi e da lavaggi di cervello

Nel corso della vita tutti attraversiamo periodi di maggiore vulnerabilità dovuti a sconfitte, gravi malattie, forti dispiaceri o a mancanza d’ideali.
Tutti abbiamo bisogno di sentirci compresi, accettati, amati, e pertanto frequentiamo ambienti che facilitano tale situazione.
Roma, 2012:i neocatecumenali si
"annunciano" senza dire chi sono
I capi delle sètte organizzano scientificamente ogni attività, troncando i rapporti col mondo esterno per far mancare ogni confronto, cosicché chi li frequenta non s’accorga dei lenti ma costanti cambiamenti che pian piano avvolgeranno l’adepto in un’invisibile "Tela di Ragno".

Le ‘Comunità Neocatecumenali’ nascono dopo un ‘Annuncio’.
Semplici laici si presentano al parroco e chiedono di poter fare una catechesi per adulti. I‘catechisti’ fanno le catechesi bombardando con concetti pseudo-protestanti, senza far capire la loro appartenenza ad un’organizzazione e, soprattutto, senza avvertirli che per loro sta iniziando un impegno che durerà almeno vent’anni. Nonostante numerose ‘stonature’ (che solo i pochi ben formati nella dottrina della Chiesa avvertono) solitamente tutti rimangono ad ascoltare fiduciosi, e rassicurati dalla presenza del parroco che fa da garante e dà sicurezza che si tratti pur sempre d’una proposta Cattolica.
Don Sergio non dice
quale "Cammino"
portano i "catechisti"...
Come avviene in tutte le Sette, al momento opportuno fanno scoppiare quella che gli psicologi chiamano la Love Bomb’ (la bomba d'amore), creando artificialmente un momento di raccoglimento gioioso che dia l’impressione d’una situazione d’amicizia, di concordia e d’amore. Tale situazione (spesso preparata con l’aiuto di digiuni mirati, seguiti dall’assunzione di dolci e di vino) crea un’atmosfera che vorrebbe essere la prova concreta che si tratti d’un gruppo privilegiato da Dio. Si tratta, invece, d’una tecnica di ‘uncinamento’ per agganciare e trattenere il neofito.

Chi frequenta il CN, nel corso degli anni si rende conto della potenza persuasiva dei capi e di come tra di loro, la concezione della famiglia sia ben diversa da quella classica cristiana. Nel Movimento si realizza un’unica grande famiglia di 40/50 persone che vengono guidate da un capofamiglia: il Catechista. La progettualità di coppia scompare. Al suo posto subentra quella che viene ispirata direttamente dal fondatore, Kiko Argüello!

Anche chi si sforza di conservare la sua autonomia di giudizio, si rende conto che i capi monopolizzano totalmente la vita privata delle singole persone attraverso gli impegni di gruppo (sempre più frequenti), con l’aumento naturale delle amicizie tra i membri del gruppo e col controllo psicologico esercitato attraverso le‘Confessioni pubbliche’, le ‘Risonanze’ e i cosiddetti "Giri di esperienze". In questi tre momenti si è forzati a raccontare (anche nei particolari più intimi) tutti i segreti della propria vita e i peccati commessi nel passato. Questi segreti intimi devono essere esternati davanti a tutta la Comunità per diventare, così, come una spada di Dàmocle che impedirà loro, per sempre, di lasciare il gruppo stesso.
"Annuncio" NC...
...ma non dicono chi sono!
I Capi delle Comunità e soprattutto il Catechista responsabile di tutte le Comunità della Parrocchia, vogliono conoscere, anche nei dettagli più scabrosi, tutti i particolari delle problematiche individuali, in modo da avere ‘in pugno’ la psiche del malcapitato, sostituendosi, di fatto, al confessore o al padre spirituale. Tutto ciò avviene senza che vi sia l’obbligo del segreto confessionale, perché non sono sacerdoti, ma semplici laici. Convincono le persone che la loro organizzazione è perfetta ed ispirata direttamente da Dio. Pertanto chi si permettesse anche solo minimamente di criticare i loro metodi, viene considerato un ‘Demonio’ o un ‘Faraone’ e quando qualcuno (anche sacerdote o Vescovo) muove obiezioni all’Organizzazione, ogni singolo membro deve trattarlo come un nemico personale.

Sin dai primi incontri, preannunciano misteriosi pericoli, ammonendo che:
  • che devono guardarsi da chiunque voglia dir loro cose diverse da quelle che i ‘Responsabili’ insegnano;
  • che nella stessa Chiesa cattolica ci sono molti che li "odiano" perché loro sono "i veri" e autentici scopritori del cristianesimo dei primi secoli;
  • che molti in futuro sentiranno il desiderio d’abbandonare quella esperienza, ma "mai nessuno avrà convenienza a farlo", perché "fuori del Cammino non può esserci che perdizione ed infelicità".
Alcuni prendono il coraggio a due mani e fuggono da questa esperienza, ma molto spesso si "pentono d’essersi pentiti" perché non hanno più la capacità di vivere una vita autonoma.
Orte, 2008: Kiko si vuole incontrare con te...
...i neocatecumenali non dicono chi sono!
Approfittando delle reali difficoltà che al giorno d’oggi si presentano nel fare e mantenere le amicizie, costringono i neofiti a frequentarsi solo tra loro e li coinvolgono in incontri sempre più numerosi, in modo che per anni non abbiano altre vere amicizie esterne. Fanno credere che questa esperienza è l’unica cosa al mondo che abbia importanza, e pian piano inducono gli adepti a non provare più interesse per la cultura, per l’arte, per lo sport, per la politica, ecc. Tutto diventa secondario!

Fin dall’inizio, i "capi responsabili" insinuano nei neofiti il sospetto che i cattolici che vanno alle ‘Messe normali’ siano cristiani di serie B, e lo affermano chiaramente chiamandoli "cristiani della domenica".

Invitano a liberarsi degli affetti, fino a convincere che anche le persone più care, se non si riesce a trascinarle in ComunitàÈ MEGLIO PERDERLE!

Fonte: Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale

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