mercoledì 4 giugno 2014

Si estende la possibilità di trovare pianeti abitabili grazie alla scoperta di KEPLER-10c

Rappresentazione artistica della Megaterra (fonte: Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics/David Aguilar)

La Terra ha una ''nonna'': un pianeta molto più anziano, che ha ben 10 miliardi di anni contro i 4,5 del nostro, ma dall'aspetto giovanissimo. E' solo 2,3 volte più grande e 17 volte più densa, tanto che i ricercatori la considerano una 'Megaterra' e qualcuno ha proposto di chiamarlo 'Godzilla delle Terre'.

Il pianeta si chiama in realtà Kepler-10c, è distante 560 anni luce e ogni 45 giorni orbita intorno alla sua stella 'vecchia' stella di ben 11 miliardi di anni (contro i 4,5 del nostro Sole). Il pianeta era stato scoperto dal telescopio Kepler della Nasa, ma a definirne l'identità, e a descriverla nella rivista Arxiv, è stato lo strumento italiano in funzione nel Telescopio Nazionale Galileo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) a Las Palmas, nelle Canarie. La ricerca è stata coordinata dal consorzio di ricerca internazionale coordinato da Xavier Dumusque, del Centro di Astrofisica Harvard-Smithsonian.

Finora erano state avvistate soltanto delle 'Superterre', ossia pianeti rocciosi come la Terra ma con una massa fino a dieci volte superiore. Anche la prima Megaterra è un pianeta roccioso, ma una densità straordinaria. ''E' una scoperta che estende la possibilità di trovare pianeti abitabili'', osserva il direttore del Telescopio Nazionale Galileo, Emilio Molinari. ''Le teorie correnti su formazione pianeti - spiega - non prevedevano infatti l'esistenza che esistessero pianeti di tipo terrestre così grandi''.

Dopo la scoperta delle caratteristiche di Kepler 10-c ''diventano potenzialmente in grado di ospitare la vita pianeti per i quali questa possibilità era finora stata esclusa''. La scoperta potrebbe avere anche ricadute sulla conoscenza delle prime stelle: l'ipotesi, tutta da verificare, è che possa esserci stata una generazione di stelle primordiali che ha espulso nell'universo metalli. Si sa infatti che questi ultimi vengono espulsi dalle stelle quando esplodono come supernovae e che, grazie a questo processo, le stelle delle generazioni successive nascono piene di metalli e pronte a formare nuovi pianeti. Il nostro Sole, per esempio, ne è ricco, così come la Terra.

A scoprire la vera identità di Kepler 10-c è stato lo spettrografo Harps-N (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher for the Northern emisphere), un vero e proprio cacciatore di pianeti nato dalla collaborazione fra Italia, Svizzera, Stati Uniti e Gran Bretagna. Per Molinari questo strumento ''pone l'Italia in prima fila nella ricerca dei pianeti extrasolari".


Fonte: ANSA

1 commento:

  1. Caro francesco il problema non è trovare nuove terre di quelle anche da un solo punto statistico calcolando il numero delle stelle simili al sole nella Via lattea ve ne sarebbero intorno ai 17-20 miliardi ma è raggiungerle questo si che un mega paradosso,vi sono risorse quasi infinite per i nostri bisogni e...... purtroppo le possiamo solo osservare!
    Cmq se Kepler ti ha stupito allora preparati perché nel 2015 partirà la sonda Darwin molto più sofisticata di Kepler e allora si avranno certezze assolute della presenza di nuove terre nella Via lattea.
    Ciao a tutti

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...