mercoledì 20 maggio 2015

Il padre del microchip a caccia della coscienza dell'universo


Inventando il microchip nel 1971 ha rivoluzionato il mondo della tecnologia, aprendo l'era dei personal computer. Ora il fisico italiano Federico Faggin punta ad una nuova rivoluzione, molto più ambiziosa:trovare l'equazione capace di descrivere la consapevolezza dell'universo. E' lo stesso ricercatore, protagonista della nascita della Silicon Valley, a raccontare con entusiasmo le prime fasi di questa 'caccia' alla coscienza dell'universo, in occasione dell'inaugurazione della mostra 'Make in Italy' al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.

Il suo interesse per la coscienza è nato alla fine degli anni '80 quando alla Synaptics si occupava non soltanto dei primi touchpad, ma anche di intelligenza artificiale. ''Dopo quasi 30 anni di ricerche posso dire che i computer non potranno mai replicare in tutto e per tutto la complessità della mente umana''. Ciò che non potranno mai avere, secondo Faggin, è la coscienza di sè, ossia la capacità di percepire le sensazioni interiori e l'esperienza del vissuto nell'istante in cui si compie. 

''La coscienza non è semplicemente frutto dell'attività del nostro cervello, come molti pensano, ma è il frutto di una consapevolezza primordiale che è una proprietà intrinseca della natura. La fisica - prosegue Faggin - afferma che spazio, tempo e materia sono il frutto di un'unica energia, l'energia del Big Bang. Come questa energia contiene in nuce lo spazio, il tempo e la materia, così possiamo pensare che contenga anche il 'seme' della consapevolezza''. 

Proprio per dimostrare scientificamente questa sua convinzione, il fisico ha creato nel 2011 la Federico ed Elvia Faggin Foundation, con sede nella Silicon Valley: grazie al contributo di fisici, informatici, biochimici e neuroscienzati, il 'papà' del microchip vuole trovare l'equazione capace di descrivere l'universo conciliando le principali teorie che lo descrivono: la fisica quantistica che descrive l'infinitamente piccolo e la teoria della relatività che descrive l'infinitamente grande. 
L'obiettivo è definire una teoria unificatrice che permetta, attraverso il linguaggio della matematica, di spiegare il reale mettendo insieme le due teorie, che ad oggi sembrano inconciliabili. ''Al momento stiamo lavorando a questa teoria matematica: credo - conclude Faggin - che la nostra ricerca durerà a lungo, ben più della mia vita''.  

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