giovedì 16 gennaio 2014

Permane il pericolo di evacuazione emisfero nord del pianeta per Fukushima















15 gen 2014 Sta facendo il giro del mondo la notizia, trascurata dalla maggior parte dei media internazionali, compresa l’Italia. Come pubblicato dal quotidiano on-line losaioggi.it, si parla  del pericolo Fukushima e che solo adesso il governo del Giappone non sa come affrontarlo.

Le autorità hanno finora mentito, ai giapponesi e al mondo intero: Fukushima era una struttura a rischio, degradata dall’incuria. Un impianto che andava chiuso molti anni fa, ben prima del disastro nucleare del marzo 2011. Da allora, la situazione non è mai stata sotto controllo: la centrale non ha smesso di emettere radiazioni letali. Tokyo finalmente ammette che, da mesi, si sta inquinando il mare con sversamenti continui di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto. Ma il peggio è che nessuno sa esattamente in che stato siano i reattori collassati: si teme addirittura una imminente “liquefazione” del suolo. L’operazione più pericolosa comincerà a novembre, quando sarà avviata la rimozione di 400 tonnellate di combustibile nucleare. Operazione mai tentata prima su questa scala, avverte la “Reuters”: si tratta di contenere radiazioni equivalenti a 14.000 volte la bomba atomica di Hiroshima. Enormità: bonificare Fukushima – ammesso che ci si riesca – richiederà 11 miliardi di dollari. Se tutto va bene, ci vorranno 40 anni.
Scienziati non hanno idea del vero stato dei nuclei dei reattori, riassume il “Washington’s Blog” in un lungo reportage tradotto da “Megachip”: le radiazioni potrebbero investire la Corea, la Cina e la costa occidentale del Nord America. Perché il peggio deve ancora arrivare: gli stessi tecnici incapaci, che hanno prima nascosto l’allarme e poi sbagliato tutte le procedure di emergenza, ora «stanno probabilmente per causare un problema molto più grande». Letteralmente:
«La più grande minaccia a breve termine per l’umanità proviene dai bacini del combustibile di Fukushima: se uno dei bacini crollasse o si incendiasse, questo potrebbe avere gravi effetti negativi non solo sul Giappone, ma sul resto del mondo».
Se anche solo una delle piscine di stoccaggio dovesse crollare, avvertono gli esperti in materia di allerta nucleare Arnie Gundersen e il medico Helen Caldicott, non resterebbe che «evacuare l’emisfero nord della Terra e spostarsi tutti a sud dell’equatore».

2 commenti:

  1. Caro francesco ormai alle cattive notizie ci siamo assuefatti quasi non fanno più nemmeno notizia.
    Se anche si sfasciasse una piscina con acqua contaminata dove andremo? da nessuna parte aspetteremo solo la morte x liberarci da questa inutile,insopportabile e squallida esistenza.
    ormai aspettiamo solo il colpo di grazia alieno terrestre o battaglia che sia.troppo grande questo inferno x resistere e allora che la terra ci distrugga almeno troveremo la pace nell'aldilà!
    Ciao a tutti!

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  2. Non credo che arrendersi faccia parte del progetto universale. Il mondo è come lo facciamo. Bisogna che iniziamo positivamente dal piccolo che ci circonda a cambiarlo. Forse non lo cambieremo tutto ma insieme si. Nessun Dio tornerebbe da un popolo inconsapevole... Magari aspetta che noi ci svegliamo

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