giovedì 1 marzo 2012

Il Delirio Economico dell'Occidente



Negli ultimi 10 anni un buon 90% degli analisti economici e degli economisti, banchieri centrali compresi, ha dimostrato di non capire quanto stava accadendo sotto i loro sguardi. Ha confuso la bolla tecnologica con il miracolo della new economy. Ha confuso la bolla immobiliare con il mito del mattone, un materiale che sale sempre di prezzo, quindi nessun problema se la gente si indebita senza poterselo permettere e senza badare al suo rendimento economico. Ha confuso la echo bubble azionaria per un nuovo ciclo economico solido e duraturo per poi stupirsi davanti alla mattanza del peggior mercato ribassista del dopoguerra. E potremmo continuare.

Sono gli stessi che credono a un ritorno alla normalità dopo gli eventi accaduti nel corso del 2008 dovuti, secondo loro, sempre a quegli strani spiriti selvaggi che popolano il capitalismo. Sono gli stessi che non hanno capito che non esiste vero capitalismo senza una moneta sana e onesta. Ciò che abbiamo di fronte è solo il risultato di una economia ingegnerizzata malfunzionante, un misto di fascismo corporativista, socialismo, corruzione. I sostenitori di tale grottesco sistema sono in genere gli stessi personaggi che oggi parlano di bolla dell'oro.

Eppure basterebbe l'osservazione di un solo grafico per capire il quadro generale. Per accendere la lampadina in grado di illuminare la risposta. Un grafico che avevamo prefigurato anni fa. Che si sta realizzando. Che è ancora lungi dal completarsi. Eccolo, rappresenta il prezzo dell'oro in Euro, Yen, Dollaro Australiano, Canadese, Sterlina, e Dollaro Americano.


goldvsfiat

Ancora qualcuno osa pensare che si tratti solo di un problema di dollaro?? Un dollaro di nuovo alle porte di 1.50 contro euro, o ai minimi degli ultimi 14 anni contro yen?? Sbagliato!!

Come abbiamo detto decine di volte, anche attraverso le lezioni di Huerta De Soto, la maggior parte degli economisti e degli analisti, confonde causa ed effetto. In economia non ci sono relazioni funzionali. Causa ed effetto possono essere invertiti a piacere. Causa ed effetto possono individuarsi con precisione, non attraverso un grafico tra domanda e offerta che non descrive assolutamente niente di significativo, ma solo grazie a un approccio logico di natura genetico causale, che parte dalla causa ultima dei fenomeni studiati dalla scienza economica, e quella causa ultima, come insegna Mises è l'Azione Umana.

Quindi, saltando qualche passaggio della catena genetico causale che parte dall'azione umana, non è l'oro che sta salendo, sono le valute di carta che stanno affondando. Dietro l'apparenza di un sistema a cambi variabili tra valute, ciò che in realtà si verifica nel lungo termine e che esse affondano tutte insieme a velocità differenti. L'oro, in qualità di unica moneta universale, non manipolabile a piacimento, senza limiti di spazio e di tempo, sta solo misurandone la caduta! Un crollo che sembra entrato in nuova fase, con una nuova e interessante accelerazione.

In altre parole l'intero sistema monetario internazionale basato sul dollaro sta implodendo sotto i nostri occhi, molto spesso e volentieri bendati. Un destino che era scritto sin dal giorno in cui è stato disegnato dall'alto, sovvertendo e stravolgendo la natura spontanea ed evolutiva di ogni istituzione sociale quale è il denaro stesso. Un destino che è stato accompagnato, come era prevedibile, da un deterioramento del tessuto e dei comportamenti sociali.

A differenza della salita verticale degli immobili o delle borse, la domanda da farsi non è pertanto: l'oro è in bolla?? Questa domanda oltre a essere mal posta, è anche priva di significato. Un numero diviso zero, dà come risultato infinito. Al denominatore c'è il valore di una banconota che non rappresenta nulla, solo la fiducia nell'emittente in grado di cambiarla con una banconota di carta del tutto equivalente. Se sparisce la fiducia il denominatore va a zero nel giro di poco tempo. E non esiste prezzo massimo per il risultato della divisione. Si veda quanto successo in Zimbawe di recente. O ai tempi della Repubblica di Weimer.


Al contrario bisognerebbe chiedersi: è possibile che la fiducia negli ingegneri sociali si stia davvero sciogliendo, che il sistema monetario internazionale sia veramente in crisi, e che esso possa continuare a crollare a ritmo sempre più veloce fino all'eventuale implosione finale?? La scienza economica basata sull'Azione Umana dice di si. E' il crack up boom, al quale ho dedicato un paragrafo nel libro, e ancora qualche tempo fa un articolo piuttosto approfondito.


Partendo dalla citazione Misesiana che riporto ancora una volta:

"Non ci sono modi di evitare il collasso finale di un boom economico generato da una espansione creditizia. L'unica alternativa si pone tra lasciare che la crisi sopraggiunga subito, come risultato dell'abbondono volontario di ulteriori espansioni creditizie, o più tardi, come la finale e totale catastrofe del sistema monetario coinvolto"


appare ovvio come l'ultima crisi non abbia in alcun modo portato gli ingegneri sociali ad abbandonare volontariamente l'espansione del credito (credito che peraltro ha cessato di arrivare all'economia e che oramai prende strade esclusivamente speculative). Qualcuno l'ha capito, e il prezzo dell'oro rispecchia questa presa di coscienza, benché ancora di competenza di una esigua minoranza di agenti economici. Quei pochi con le lampadine ancora collegate al cervello.

Nonostante la risoluzione temporanea della situazione di emergenza, siamo quindi ancora sulla strada del crack up boom. E ciò che sta dicendo l'azione dell'oro la cui salita esprime il crollo delle valute, che siano dollari, euri, o altri biglietti colorati. L'ultima risalita delle borse da agosto in poi ha portato tanti a credere che i mercati azionari stessero continuando a incorporare un reale risanamento economico. Non è così purtroppo, si è trattato solo di illusione ottica, causata dalla diminuzione di valore delle unità di conto con le quali gli indici azionari vengono misurati.

Ciò che sta succedendo adesso, in maniera analoga, anche se con differenze sostanziali era accaduto negli anni settanta. Dopo oltre venti anni di mala gestione il sistema monetario era avviato verso un crack up boom clamoroso. Fu necessaria la mano forte di un banchiere centrale che portò i tassi al 20% perché si riuscisse ad arrestare il processo in corso. Peccato che la lezione non servì a nessuno e il successo ottenuto fece perdere la testa a tutti quanti.

 Il delirio economico degli economisti neoclassici continuò a dominare totalmente il pensiero degli ingegneri sociali, portandoli a ripetere errori ben più gravi di allora con il risultato che il potenziale distruttivo montato nel corso di queste ultime due decadi è oggi spaventosamente più elevato di quello di allora. Tra debito accumulato e strumenti derivati ce n'è abbastanza da far saltare per aria tutto quanto, dal panettiere sotto casa al governo americano.

Cosa potrà arrestare quindi il cammino verso il collasso finale del sistema monetario? La risposta dovrebbe essere chiara. La banca centrale è una istituzione indipendente, che non dovrebbe esistere in un libero mercato, ma che un domani di fronte a un aggravarsi della crisi valutaria mondiale, potrebbe dire, facendo leva sulla propria indipendenza, Stop. Basta. Enough. Riportare i tassi al 20% sarà impresa impossibile. Questa volta bisognerà affermare con più audacia di allora: che gli Stati dichiarino fallimento sui loro debiti pubblici. Non possiamo salvarli, pena il fallimento del sistema monetario.

La volontà di abbandonare l'espansione creditizia di fronte al prossimo aggravarsi della crisi, lasciando che una lunga e dolorosa depressione economica spurghi il sistema da tutti gli eccessi e gli squilibri creati in questi anni, potrebbe salvare il sistema monetario dall'implosione finale. Non sarà la soluzione definitiva, ma di certo potrebbe rallentare o addirittura arrestare il collasso monetario qualora le valute di carta venissero reintegrate in qualche maniera ad una sorta di parità aurea che ne diminuisca gli effetti distruttivi e distorsivi.

Di fronte a questa possibilità di tardivo rinsavimento da parte dei banchieri centrali c'è tuttavia un problema, un problema che si aggrava ogni giorno che passa rimandando la decisione di abbandonare l'espansione creditizia, ed è che il potenziale distruttivo insito nel sistema economico globale accompagnato dalla profonda ignoranza della scienza economica, potrebbero scatenare conflitti sociali di enorme portata veramente in grado di sconvolgere il mondo così come lo conosciamo.

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