martedì 20 marzo 2012

Una nuova intervista a Mauro Biglino




Le Interpretazioni bibblich di Mauro Biglino stanno destando moltissimo interesse in tutta la comunità teologica... Due sono i principali motivi:

1) Lo ritengono un dissacratore dell'UNICA VERITA'

2) Ritengono che meriti essere ascoltato...

Una cosa è certa... Mentre Gli integralisti cristiani si trincerano dietro la loro convinzione di avere l'interpretazione giusta e perfetta, rivelatagli da Dio stesso, magari in sogno e visione, o comunque in assoluta certezza di essere nel giusto poichè la Bibbia è Rivelata da Dio e quindi contenente l'Unica Verità... immaginate qui... Ognuno, in base alla sua interpretazione, è convintissimo di conoscere la Verità e devasta quella degli altri attaccandosi ad una logica imparata, o peggio inculcata, fin da bambini, biglino affolla le sale di persone desiderose di conoscere ed incontrare il vero Dio che stà là fuori, convinta che qualcosa non torni tra quello che dice la Parola di Dio e quello che dicono gli uomini che se ne vantano.

A voi l'intervista...




Sembra di capire che il Vaticano non abbia preso bene questa tua “svolta”. Oltre ad aver interrotto i rapporti professionali con te ha mostrato altri segni di insofferenza?
In concreto sono state le Edizioni San Paolo che non mi hanno più affidato incarichi, interrompendo il rapporto di collaborazione, perché ovviamente loro non possono concordare o
avallare anche indirettamente ciò che io scrivo. Se avessero proseguito con gli incarichi qualcuno avrebbe potuto pensare che in un qualche modo supportassero ciò che dico.

In genere chi si è più fortemente opposto alle tue ricerche e con quali rivendicazioni?
Indubbiamente l’integralismo cattolico che rivendica la custodia indiscutibile della verità rivelata.

Dopo aver assistito a una tua conferenza un amico ha espresso un dubbio: “Ma come facciamo a sapere che la sua interpretazione dei testi sia quella giusta?”. Questo è un problema che ritorna sempre con le interpretazioni di testi antichi, sia in un senso che nell’altro. È la credibilità personale e professionale a far da garante?
Non si può mai sapere se una interpretazione è “quella giusta”, per questo bisogna tenere conto delle molteplici possibilità, metterle a confronto e poi scegliere quella che risulta essere più credibile e soprattutto coerente con i testi da cui si parte. Il Prof. Garbini (ordinario di filologia semitica della Sapienza di Roma) scrive in uno dei tanti suoi libri che neppure l’accordo di tutti gli studiosi del mondo sul significato di un termina antico è garanzia di certezza, quindi ciò che si comprende è che da quei libri non si può ricavare alcuna verità assoluta; ci si può solo applicare conducendo uno studio paziente per cercare di capire che cosa gli autori abbiano voluto raccontare.

Entriamo ora più nel merito degli argomenti che emergono dal tuo lavoro sull’Antico Testamento.
Permettimi di non seguire un ordine preciso. D’altronde anche tu conduci le presentazioni a “braccio” e gli argomenti sono talmente tanti che saltare qui e là è inevitabile. Un punto che penso vada affrontato è come il testo che ci è infine pervenuto dipenda dall’affermarsi di una teologia sulle altre. Puoi spiegare meglio questo punto? Di che periodo stiamo parlando?

Stiamo parlando dei secoli VI-IX dopo Cristo, il periodo in cui i masoreti (custodi della tradizione) della scuola di Tiberiade hanno “fissato” in via definitiva il testo biblico identificando le parole, inserendo in suoni vocalici e trasferendovi così un significato che non veniva definito su basi
linguistiche ma ideologiche e teologiche. Voglio dire che altre scuole ebraiche (palestinese,
samaritana, babilonese, egizia…) avrebbero potuto inserirvi valenze diverse. Ad esempio i greci che hanno fatto la famosa versione dei 70 avevano a disposizione testi che i masoreti di Tiberiade (e rabbini attuali) non accettavano perché non rispondenti al loro pensiero.

Come si può, alterando le interpretazioni letterali, trasmettere un concetto teologico piuttosto che un altro?
È sufficiente ad esempio vocalizzare e considerare il termine BARA come parola unica e tradurlo con “creò” invece di leggerlo BE-RA e tradurlo come “con soddisfazione vide”:
cambia TOTALMENTE e definitivamente tutto il significato del primo capitolo della Genesi che con ogni probabilità non parlava in origine della creazione ma di ben altro. Di questo parlerò
compiutamente l’anno prossimo.

Per rendere più fruibile a chi non abbia mai approfondito questi temi puoi darci un background generale delle lingue del periodo in questione?
Posso fare qui, per ovvi motivi, solo un sintetico elenco: egizio, sumeroaccadico, assiro, babilonese, amorreo (lingua “internazionale” del periodo che inizia con le vicende di Abramo),
aramaico lingua “internazionale” che ha sostituito l’assiro-babilonese dal VI-V sec. a.C., ebraico (un dialetto appartenente al ceppo semitico cananaico, parlato da pochissimi e derivante da un dialetto sud fenicio).

La parola Yaweh, che ritorna sempre in queste discussioni, in che lingua è stata scritta? Se è stata male interpretata quali possono essere le alternative?
Il nome Yhawèh così come l’abbiamo noi è stata scritta in ebraico ma è stata pronunciata e comunicata la prima volta quando l’ebraico non esisteva ancora per cui non abbiamo alcuna certezza sulla sua pronuncia originaria e sul suo significato, se mai ne ha uno oltre a quello di essere il nome proprio di uno degli Elohim.

Un altro termine cardine per questo discorso, soprattutto relativo alla Genesi, è Elohim. Se è vero che il termine è plurale e le divinità fossero più d’una emerge dal testo il rapporto che c’era fra di loro?
Tutti i racconti biblici fanno capire chiaramente che con quel termine si indicava il gruppo dei governanti che poi la teologia ha ridotto a uno trasformandolo nel dio unico, trascendente, spirituale… in realtà erano coloro che si sono spartiti il dominio sulla terra e che, come tutti i
potenti di ogni epoca, combattevano per mantenere o incrementare le loro sfere di influenza.
Ne IL DIO ALIENO DELLA BIBBIA spiego e documento tutto questo su base testuale.

Sempre rimanendo nella Genesi bisogna passare per Adamo ed Eva.
Rispetto al ruolo di progenitori dell’umanità cacciati dal paradiso terrestre, dai tuoi studi ne emerge una visione decisamente diversa. Corretto?
Esatto, come spiego nel libro Adamo ed Eva non sono, neppure per la Bibbia, i progenitori dell’umanità ma i capostipiti di una progenie che gli Elohìm hanno prodotto con lo scopo di utilizzarla nel territorio in cui loro avevano posto la loro sede principale su questo pianeta: quello che noi conosciamo come il Paradiso terrestre ma che la Bibbia dice essere un “luogo recintato e protetto”.

Ne consegue che anche il concetto di peccato originale va rivisto. Come si può relazionare questo alla religione cattolica?

L’analisi testuale che faccio nel libro documenta che nella Bibbia non esiste il concetto di peccato originale con conseguente condanna ma solo una scelta fatta da Adamo ed Eva cui sono seguite solo le necessarie conseguenze, che non sono però frutto di una condanna. D’altra parte, non essendo loro i progenitori dell’umanità, non c’è nessuna colpa ascrivibile a tutti gli uomini.

In generale, il racconto della Genesi, rivisto secondo un’interpretazione più letterale, cosa ci racconta di diverso rispetto a quella che abbiamo in casa?
Di questo parlerò compiutamente l’anno prossimo, posso solo anticipare che forse non ci racconta la creazione ma il momento in cui “loro” (gli Elohìm) sono arrivati.

Se non ricordo male anche due concetti teologici molto complessi da spiegare con il testo così com’è sono lo Spirito Santo e la Gloria del Signore. Come li spieghi secondo la tua traduzione?
Nei libri dedico interi capitoli che non è facile riassumere in un’intervista. Dico solo che ciò che viene reso nelle traduzioni normali con “spirito” e “gloria di dio” è definito in ebraico con i seguenti termini: “ruach” per vento, vento di tempesta; “kevòd” per ciò che è pesante”; “merkavà” il mezzo per trasportare uomini e merci. In sostanza la descrizione che ne abbiamo e le conseguenze materiali, anche mortali, che quella “cosa” produceva su chi vi si trovava vicino, fanno capire che era l’oggetto volante usato dagli Elohìm per i loro spostamenti.

Yaveh sembra avere in qualche modo il ruolo di protagonista nei libri successivi. Ma per affermarsi sul “suo popolo” deve, tramite Mosè, dar prova delle propria capacità.
Come lo fa?
Lo fa mostrando a Mosè il suo “oggetto volante”; per non essere ucciso Mosè si deve nascondere
dietro le rocce ma quella “cosa” - che lì viene chiamata kevòd - gli brucia la pelle. Era pericolosamente potente (spesso mortale) in ogni sua manifestazione.

Un altro argomento che ha afflitto generazioni di studiosi è cosa siano i cherubini, angioletti paffuti o che?
Il tema è talmente sensibile che gli ho dovuto dedicare ben due capitoli nel IL DIO ALIENO DELLA BIBBIA. In sostanza tutti i passi che ne parlano ci consentono di capire che si trattava di oggetti volanti monoposto con dei propulsori posteriori.

A parte pochi casi Yaveh non si faceva vedere dagli uomini. Come comunicava con loro?
Ovviamente lui comunicava attraverso i suoi portavoce (Mosè, Aronne, i profeti..) e dice lui stesso che comunicava faccia a faccia, come un vicino parla al suo vicino, e non per enigmi.

Dell’Arca dell’Alleanza si dice che fosse mortale toccarla senza le dovute precauzioni. Si può dedurre dai testi perché?
Non c’è necessità di dedurlo, lo dicono i testi stessi. La potevano manovrare solo gli addetti e chi la toccava moriva all’istante, fulminato, come successe al povero Uzzià che cercò di sorreggerla mentre stava per cadere dal carro su cui veniva trasportata.
Quando veniva portata in battaglia il popolo doveva camminare ad almeno un chilometro di distanza (2000 cubiti, dice il testo) perché evidentemente era particolarmente “carica” di energia.

Emerge anche una differenza che spesso non viene sottolineata tra questi dei, diciamo per intenderci gli Annunak e i Nephilim. Puoi spiegarci questo punto?
La Bibbia dice che quando i figli maschi degli Elohim cominciarono ad unirsi sessualmente con le figlie degli Adàm (cioè i terrestri) sulla Terra c’erano i Nefilim, che il testo descrive sempre come “giganti” e in due passi che nel libro analizzo nei particolari dice anche che avevano sei dita per
ogni arto. I prodotti degli incroci vennero definiti “ghibborìm” e cioè “uomini forti, di potere”. Per la Bibbia siamo quindi di fronte ad almeno tre tipologie razziali.

Questi “giganti”, si può ipotizzare cosa fossero? Umani di una specie estinta? Ibridi?

Dalla Bibbia non lo si può capire, nel libro ipotizzo su base testuale aramaica una loro possibile origine extraterrestre che sarebbe contenuta nel significato del nome.

Questa distonia tra le traduzioni ufficiali e quelle corrette fino a quanto si potrae nei testi? Tutto l’antico testamento va rivisto?
Direi che è inevitabile e sono certo che nei prossimi decenni verrà fatto.
Presso la Hebrew University di Gerusalemme è attivo da 53 anni il Bible Project che sta cercando di ricostruire un testo biblico che sia il più vicino possibile a quello scritto in origine, un lavoro titanico ma affascinate e soprattutto direi liberatorio nei confronti del dogmatismo imperante. Non mi riferisco solo alla Chiesa ma anche alle varie correnti esoterico iniziatiche o cabbalistiche (soprattutto di stampo newage) che si pongono come detentrici di verità alternative, sempre però basate su un testo che va interamente rivisto. Insomma, direi che non bisogna compiere l’errore di abbandonare delle possibili illusioni per cadere in altre.

È solo frutto di errori o vi è sempre stata una strategia volta a nascondere il vero significato dei testi? Ti sei mai confrontato con qualche studioso genuinamente convinto della correttezza delle traduzioni ufficiali?

Direi che sono presenti tutte le possibilità; dall’errore alla mistificazione deliberata. Anche qui non dobbiamo pensare solo alla Chiesa perché il Bible Project di cui dicevo prima sta dimostrando che le mistificazioni sono iniziate in ambito ebraico, ad opera di quei teologi (masoreti) che hanno fatto in modo di introdurre la loro visione nei testi rendendoli da quel momento intoccabili. Hanno tagliato, modificato, aggiunto, nascosto… Ho confronti continui via mail e so bene che la fede segue vie sue che non devono essere messe in discussione. La fede supera ogni contraddizione e chi la possiede la deve vivere con determinazione e coerenza: io seguo lo studio.

Prima di concludere puoi farci ancora qualche esempio di vocaboli o concetti che cambiano completamente il loro significato traducendoli nel modo corretto?
Mi viene in mente la questione della benedizione. Ho già detto di ruach e kevòd che non stanno a indicare concetti spirituali di spirito e gloria, ma un oggetto materiale; la “benedizione” cui ho dedicato un capitolo ne IL LIBRO CHE CAMBIERA’ PER SEMPRE.. indica la trasmissione di beni materiali e non spirituali o magici; il termine tzelèm che non indica il concetto astratto di “immagine” degli Elohìm ma quel quid di materiale che contiene l’immagine degli Elohìm e cioè il DNA con cui hanno fatto l’uomo a loro somiglianza.

Ho in mano il tuo secondo libro, “Il Dio alieno della Bibbia”. La prima domanda che questo titolo implica è che tu ritieni che questi dei fossero esseri non terrestri.
Diciamo che tutto ciò che leggo nella Bibbia me lo fa pensare. Se poi metto la Bibbia in parallelo con i testi dei popoli di ogni continente la convinzione aumenta notevolmente:
tutti ci hanno raccontato (e spesso disegnato) questi esseri “venuti dalle stelle”.

È una prosecuzione del primo? Cosa troviamo in questo secondo testo?
Questo libro è la prosecuzione del primo, per cui ci troviamo molti temi nuovi: dall’analisi parallela dei due racconti della creazione dell’uomo alle descrizione dei due tipi di cherubini, il mistero sull’origine del nome di Yahwèh, il miracolo chimico di Elia, i sistemi di comunicazione radio che usavano, ci si chiede perché agli Elohìm piaceva così tanto l’odore della carne bruciata, eccetera.

So che sei già al lavoro sul prossimo che toccherà anche altri argomenti, diciamo collaterali a questi finora descritti. Puoi accennarci qualcosa?
Si tratta di un libro a quattro mani in cui si darà evidenza alla tecnologia.

Ringraziandoti ancora, chiudiamo con una domanda sul futuro. Cosa ti aspetti da tutto questo? Credi che il tuo lavoro riuscirà a superare i confini della ricerca alternativa?

Mi aspetto che finalmente ci si accosti a quel testo liberi da ogni condizionamento teologico e dogmatico, in quel senso ampio del termine che ho descritto sopra. Mi aspetto che finalmente si cessi di dire che quando la Bibbia “dice una cosa in realtà ne voglia sempre dire un’altra”. Sono 2000 anni che fanno così teologi, simbolisti, esoteristi, eccetera, tutti detentori di verità che vogliono assolutamente trovare scritte in quel libro e quando non le trovano fanno in modo di inserirle. So bene che così dicendo mi farò molti altri nemici, perché tutti sono pronti ad attaccare la chiesa ma nessuno vuole che sia messa in discussione la sua verità, ma ormai nemico più nemico meno... Preferisco per una volta seguire le indicazioni del più importante esegeta degli ebrei, il quale diceva che le parole della Toràh hanno innanzitutto un significato che non possono non avere: quello letterale! Lui stesso diceva che la spiegazione della vera natura del carro di Yahwèh doveva essere riservata ai pochissimi che erano in grado di comprenderla e di accettarla, gli altri potevano credere ciò che volevano. Uno studioso ebreo mi ha scritto su Facebook che devo andare avanti perché è arrivato il momento in cui tutti devono sapere.
In effetti, per una volta nella storia dell’esegesi, io seguo quella via e ciò che ne ricavo è davvero molto affascinante. Un carissimo saluto e un sincero ringraziamento ai lettori di “Tracce d’eternità”, che hanno avuto la pazienza di resistere fino a qui.


Intervista di Gianluca Rampini pubblicata sulla rivista elettronica "Tracce d'eternità" n. 17

2 commenti:

  1. Innanzitutto GRAZIE Prof.Mauro!Come sopra l' entrata dell' oracolo di Delphi scritto" cerca/te la verità - ti/vi rende/rà libero/i anch'io ho da diversi anni sentito la necessità di trovare una MIA RISPOSTA alle persistenti domande che sentivo sempre più frequentemente rimbombare in me. Cercando di districarmi nella complessa matassa del labirinto dei postulati ricevuti ho cominciato a mettere in dubbio la veridicità degli insegnamenti ricevuti perchè mi accorgevo che ogni qualvolta pensavo di aver trovato una plausibile risposta cozzavo sempre contro quel muro insormontabile che era ed è tuttora la FEDE. La mia continua domanda era: ma è tutto vero ciò che la BIbbia dice? Sono un naturopata e come tale ho imparato ad lavorare e sensibilizzarmi su diversi campi energetici Radionik etc, chiamiamoli "esoterici", bene proprio tramite codeste pratiche ho ricevuto informazioni/risposte positive su quanto la mia intuizione mi comunicava ma non sapevo come andare oltre! Oggi, dopo aver visto ed ascoltato nonchè elaborato quanto da Lei esposto in tutte le sue video documentazioni mi si sono aperte improvvisamente come d' incanto nuove prospettive di ricerca. Un esplosivamente liberatorio "Apriti Sesamo". Attualmente ( d' inverno)vivo a Berlino vorrei poter comunicare con Lei anche per vedere se c'è la possibilità di organizzare un meeting informativo anche nella provincia di salerno.
    saluti Giancarlo

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  2. Carissimo Giancarlo,
    non so sinceramente se il Dott. Mauro Biglino abbia notato che anche Attraverso l'Oltre ha scritto di lui. Ad ogni modo stavo pensando anche io di contattarlo personalmente per poterlo intervistare meglio... Sto leggendo adesso "Il Dio alieno della Bibbia" per poter chiarire alcuni concetti e richiederli poi a lui.

    Sarà mia premura informarlo di questa sua richiesta.

    Personalmente sto vivendo la sua stessa esperienza che mi ha portato a fondare e dirigere quest Blog. Troppe volte, quando sentiamo che una cosa è Giusta o meno, capita di sentire anche che qualcosa cozza con la "verità" raccontataci. Questo credo non significhi che ci abbiano mentito, solo che ognuno possiede una piccola faccia del diamante che chimiamo Verità... Diamante che per me è Dio stesso.

    La strada giusta è quella della Condivisione. Quando si crea Condivisione si fa Chiesa.

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